L’impegno sociale dell’alta moda

Iulia Barton in carrozzina nella sfilata Rome Inclusive Fashion Night
Iulia Barton sfilata Rome Inclusive Fashion Night (ANSA)

ROMA – Non solo bellezza e frivolezza. L’alta moda ha anche un’anima sociale che più volte ha mostrato il suo volto sostenendo campagne per favorire l’inclusione, per combattere l’anoressia o per protestare contro la politica immigratoria di Donald Trump, come nel caso dello stilista messicano Ricardo Seco.

E la passerella non è solcata solo da sottilissime gambe di gazzella ma anche da sedie a rotelle con modelle come Danielle Sheypuk che non possono sfilare con le proprie gambe. La Sheypuk sfilò in carrozzella nel Fashion Show di New York 2014 per lo stilista Carrie Hammer.

Il suo coraggio è stato di esempio per molte altre e così abbiamo visto indossatrici con handicap diversi partecipare a importanti sfilate di moda. Ricordiamo ad esempio Madeline Stuart, australiana, con la sindrome down o Shaholly Ayers che sfila con un braccio amputato. Sono ormai tante le Top model dell”’inclusive fashion”, della moda che vuole rompere il tabù della superficialità.

Quel mondo che molti consideravano vuoto a volte falso è stato capace di sorprenderci e di mandare al mondo messaggi di inclusione molto più forti di quanto siano riusciti a fare altri settori. E in Italia è nata la prima agenzia internazionale di modelli ”inclusive”.