Governo: si accelera sul reddito. In manovra anche asili nido

La facciata di Palazzo Chigi
Palazzo Chigi a Roma: sede del governo.

ROMA. – Il cantiere della legge di Bilancio ancora non è ufficialmente aperto e già si allunga la lista dei ‘desiderata’, mentre la maggioranza accelera sul reddito di cittadinanza e a ore dovrebbe depositare in Senato la sua proposta di legge con l’obiettivo di farla approvare entro la fine dell’anno e rendere operativo il nuovo strumento già da gennaio.

Per la manovra intanto, non solo vanno almeno abbozzate le misure simbolo del contratto del governo gialloverde, come la flat tax, ma a ottobre bisognerà mettere mano a diversi altri capitoli compresi, come ha annunciato il vicepremier Luigi Di Maio, gli asili nido, per favorire l’occupazione femminile. E andrà messo nella lista anche il promesso intervento più deciso sulla riduzione del costo del lavoro, dopo il primo assaggio con il decreto dignità.

E’ possibile poi che si debba trovare una soluzione per il ‘buco’ da 600 milioni denunciato dal ministro della Salute Giulia Grillo che non consente l’attuazione dei nuovi Lea. Il governo farà un primo punto sui conti in vista dell’autunno prima della pausa estiva, forse anche domani, ben sapendo che in cima alla lista degli impegni (già presi) c’è quello di non lasciare aumentare l’Iva che vale, da sola, 12,4 miliardi.

Ci sarà da fare fronte poi alle cosiddette spese indifferibili che valgono all’incirca 3 miliardi e mezzo e anche al rialzo dei tassi di interessi, che secondo primi calcoli potrebbe valere sul prossimo anno 3,7 miliardi aggiuntivi. Un conto che già si aggira, quindi, attorno ai 20 miliardi.

Per gli asili nido, se avrà successo la proposta avanzata da Di Maio di “coprire per intero i costi” il governo dovrebbe trovare altre risorse. La retta media pagata dalle famiglie, secondo un report recente di Cittadinanzattiva, si aggira attorno ai 300 euro. Le strutture, oltre 13mila di cui 6 su 10 private, secondo dati Istat riferiti al 2014-15, coprono un quarto del bacino potenziale con i posti attualmente disponibili (oltre 350mila). E i Comuni al momento spendono per quelli pubblici circa 1 miliardo e mezzo mentre la quota a carico delle famiglie è salita oltre il 20% (circa altri 300 milioni).

A queste voci si dovranno aggiungere le risorse per fare fronte alle altre ‘priorità’ di Lega e Movimento 5 Stelle. E’ vero che il ministro Giovanni Tria ha sempre parlato di misure da introdurre in modo “graduale” ma anche muovere solo i primi passi ha costi elevati: ampliare la platea dell’attuale flat tax per le partite Iva ad esempio, potrebbe valere fino a 1 miliardo mentre la riforma dei centri per l’impiego, necessaria per far partire il reddito di cittadinanza, ne vale altri due.

La proposta per il reddito viaggerà comunque su un binario parallelo a quello della manovra e dovrebbe ricalcare quella già presentata dal Movimento nella scorsa legislatura, con coperture aggiornate e riviste che dovrebbero contare anche sulle risorse ora dedicate al Rei, che dovrebbe essere assorbito dal nuovo strumento di sostegno al reddito.

Sullo sfondo, ma non è detto che non arrivi con la manovra, anche la battaglia rilanciata sempre da Di Maio contro i “privilegi” delle pensioni dei sindacalisti. Presupponendo che anche la revisione della legge Fornero sia avviata già ad ottobre.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)