Tap, Conte: “Valuteremo, resta strategica la diversificazione”

Incontro del premier Giuseppe Conte con il sindaco Melendugno
Incontro del premier Giuseppe Conte con il sindaco Melendugno: "Nessun impegno ma si studia dossier". (Foto Presidenza del Consiglio)

BARI. – Per l’Italia resta strategica, così come ricordato a Washington, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico e sul caso del gasdotto Tap, che collegherà l’Azerbaijan alla Puglia con approdo su una spiaggia di Melendugno (Lecce), il premier Giuseppe Conte non ha assunto impegni al di là di quello che prevede un’attenta valutazione dell’intero dossier, così come è avvenuto per l’Ilva.

E’ questo l’esito dell’incontro, durato un’ora e mezza a Palazzo Chigi, tra il premier Conte e il sindaco di Melendugno, Marco Potì, che al termine dei colloqui è apparso visibilmente soddisfatto, tanto da invitare il capo del Governo in Salento.

“Il premier Conte ci ha detto – spiega – che con il Tap userà lo stesso metodo dell’Ilva e valuterà assieme ai tecnici dei ministeri se ci sono criticità. Palazzo Chigi, se emergessero criticità oggettive finora sottovalutate o non valutate dalla società proponente, potrebbe prendere in considerazione di non fare l’opera”.

Prima di entrare a Palazzo Chigi il primo cittadino era stato categorico: “Il gasdotto Tap non è realizzabile sul nostro territorio”, aveva ripetuto. Più morbida la dichiarazione del premier Conte: “Oggi – spiega – ho avuto un lungo confronto con il sindaco di Melendugno, accompagnato da consulenti tecnici e giuridici che mi hanno rappresentato alcune criticità del progetto Tap. All’esito di questo scambio, ho assicurato loro che questo governo opererà una valutazione approfondita di tutti gli aspetti segnalati e una attenta ricognizione delle attività sin qui svolte. Ovviamente ho anche rappresentato che si tratta di impegni giuridici già deliberati dal precedente governo”.

Il ruolo del gasdotto Tap, che dal 2020 fornirà all’Italia gas proveniente dall’Azerbaijan, è stato uno degli argomenti centrali dell’incontro del 30 luglio scorso alla Casa Bianca tra il premier Conte e il presidente Usa Donald Trump. Conte si è impegnato a mediare tra la volontà dell’alleato Usa, che preme affinché il gasdotto si realizzi, e l’elettorato pentastellato, che su questo tema, così come sul Tav, è in pieno subbuglio.

“Ci sono delle inquietudini delle comunità locali”, ha detto Conte al presidente Usa accennando al punto di approdo del gasdotto e annunciando, allo stesso tempo, che incontrerà i sindaci per manifestare la consapevolezza, da parte del governo, che il Tap sia “un’opera strategica”.

Incontro che è avvenuto oggi e sul quale c’è grande attenzione da parte del movimento No Tap che contrasta, anche in modo violento, la realizzazione dell’opera. “Ho ricordato al presidente Conte – ha detto Potì – l’impegno scritto da parte dei candidati M5S sul nostro territorio, ora eletti, sullo stop all’opera anche nel rispetto delle convenzione europee”.

E sulla conferenza stampa bilaterale con Donald Trump Conte – spiega Potì – “ha chiarito che quando parlava di strategicità si riferiva alla diversificazione di approvvigionamento delle fonti. Ma per noi non è strategica, il gas è una fonte inquinante anche più del carbone”.

Sul fatto che il gasdotto Tap debba essere completato entro i termini previsti hanno parlato il 18 luglio scorso dall’Azerbaijan il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro degli Esteri Enzo Moavero dopo una serie di colloqui con le autorità azere. Anche perché nel 2019 vanno in scadenza i tre più importanti contratti energetici italiani, quelli con Russia, Libia e Algeria.

(di Roberto Buonavoglia/ANSA)

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