CITTA’ DEL VATICANO. – Occorre aiutare i giovani senza lavoro, con “inventiva” e “sporcandosi le mani”, anche perché la loro condizione li rende preda di pulsioni suicide, dipendenze, richiami delle forze del terrore. Lo ha detto con chiarezza papa Francesco rispondendo ieri mattina a una domanda dei gesuiti partecipanti al corso “European Jesuits in formation”, da lui ricevuti prima dell’udienza generale.
“Il numero dei suicidi giovanili è in aumento, ma i governi – non tutti – non pubblicano il numero esatto: pubblicano fino a un certo punto, perché è scandaloso. E perché si impiccano, si suicidano questi giovani? La ragione principale di quasi tutti i casi è la mancanza di lavoro. Sono incapaci di sentirsi utili e finiscono…”, ha affermato.
Altri giovani, ha proseguito, “non se la sentono di affrontare il suicidio, ma cercano un’alienazione intermedia con le dipendenze, e la dipendenza, oggi, è una via di fuga da questa mancanza di dignità”. “Pensate che dietro ad ogni dose di cocaina – pensiamo – c’è una grande industria mondiale che rende possibile questo, e probabilmente – non sono sicuro – il movimento di denaro più grande nel mondo”, ha sottolineato Francesco.
“Altri giovani sul telefonino vedono cose interessanti come progetto di vita: almeno danno un lavoro. Questo è reale, succede! ‘Ah, io prendo l’aereo e vado ad arruolarmi nell’Isis: almeno avrò mille dollari in tasca ogni mese e qualcosa da fare!'”, ha quindi aggiunto.
“Suicidi, dipendenze e uscita verso la guerriglia sono le tre opzioni che i giovani hanno oggi, quando non c’è lavoro”, è stato l’allarme del Papa. E le cause? “La finanza assomiglia su scala mondiale alla catena di Sant’Antonio! Così, con questo spostamento della persona dal centro e col mettere al centro una cosa come la finanza, così ‘gassosa’, si generano vuoti nel lavoro”, ha osservato.
“C’è una risistemazione dell’economia mondiale, dove l’economia, che è concreta, lascia il posto alla finanza, che è astratta – ha affermato -. Al centro c’è la finanza, e la finanza è crudele: non è concreta, è astratta. E lì si gioca con un immaginario collettivo che non è concreto, ma è liquido o gassoso. E al centro c’è questo: il mondo della finanza”.
Per il Papa, “al suo posto avrebbero dovuto esserci l’uomo e la donna. Oggi questo è, credo, il grande peccato contro la dignità della persona: spostarla dal suo posto centrale”. La disoccupazione, inoltre. “è uno dei problemi più acuti e più dolorosi per i giovani, perché va proprio al cuore della persona”: “La persona che non ha lavoro, si sente senza dignità”.
“Non avere lavoro toglie la dignità – ha ribadito Francesco -. E di più: non è il fatto di non poter mangiare, perché può andare alla Caritas e le danno da mangiare. Il problema è non poter portare il pane a casa: toglie la dignità”.
(di Fausto Gasparroni/ANSA)