Bank of England: “Brexit a rischio no deal”. May da Macron

Il Primo Ministro Theresa May e il Presidente francese Emmanuel Macron.
Il Primo Ministro Theresa May e il Presidente francese Emmanuel Macron. EPA/NEIL HALL / POOL

PARIGI. – “C’e’ uno sgradevole alto rischio di un ‘no deal’ sulla Brexit”: nel giorno in cui la premier britannica, Theresa May vola da Emmanuel Macron per ottenere, se non una sponda, almeno un aiuto dinanzi al moltiplicarsi dei problemi in casa e a Bruxelles, il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, lancia un altro pesante avvertimento: il rischio, temutissimo, che non si raggiunga un accordo nei negoziati con l’Ue sulle modalità di uscita di Londra, ha dichiarato alla Bbc all’indomani della decisione di rialzare i tassi, è “fastidiosamente alto” e “altamente non desiderabile”.

Aggrappata a una poltrona sempre più scomoda, la May ha deciso di sacrificare parte delle vacanze tra l’Italia e le Alpi svizzere per consacrarsi a quella che viene considerata una scommessa ad alto rischio. Quella cioè di ‘scavallare’ i negoziati ufficiali tra Bruxelles e Londra (il tavolo dovrebbe riprendere dal 13 agosto) per andare personalmente a convincere i capi di Stato Ue sull’opportunità delle proposte contenute nel recente ‘Libro Bianco’ da lei presentato e preso con le pinze a Bruxelles.

A cominciare, dunque, da Emmanuel Macron, che l’ha ricevuta per una riunione di lavoro, seguita da una cena privata insieme ai rispettivi coniugi Briigitte Macron e Philip May, nell’insolita cornice del Fort de Bregancon, la tenuta estiva dei presidenti francesi in Costa Azzurra. E’ qui, che il quarantenne leader europeista ha trasferito armi e bagagli per una ventina di giorni di villeggiatura. Un periodo di riposo che però comincerà per davvero soltanto quando Macron avrà cioè finito di discutere a quattr’occhi con la leader britannica dei nodi spinosi della Brexit.

Anche se fonti dell’Eliseo, già prima dell’incontro, hanno tenuto a chiarire le cose. E cioè che il capo dell’Eliseo non ha alcuna intenzione di sostituirsi al caponegoziatore Ue, Michel Barnier, finora custode della fermezza Ue nei confronti dei piani proposti da May nel Libro Bianco, a cominciare dai dazi doganali differenziati a suo avviso irrealizzabili.

Però il tempo comincia a stringere per davvero e la prospettiva di un ‘no deal’ fa sempre più paura, non solo alla Banca d’Inghilterra. Un Brexit “senza accordo” sarebbe “un errore geostrategico”, ripete come un mantra il neo-ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt, spingendo – sulle colonne del quotidiano Le Figaro – per un “partenariato stretto e speciale con l’Europa” ed una Gran Bretagna integrata.

Già martedì, in visita a Parigi, il successore di Boris Johnson aveva messo in guardia rispetto ad un’uscita dall’Ue senza accordo commerciale tra le due parti. Timore ribadito il giorno dopo a Vienna, quando ha sottolineato che “il rischio di un brutto divorzio è davvero reale”.

Dopo l’allarme della Bank of England e sulla scia anche della decisione, a sorpresa, di rialzare i tassi ai massimi da un decennio, la sterlina è scesa fino a 1,2976 dollari, per poi recuperare attorno a quota 1,30 (nel cross con l’euro è in calo a 89 pence). Carney ha comunque tenuto a precisare che il sistema bancario resta solido. “Ci siamo assicurati che le banche abbiano liquidità e che ci siano piani di emergenza”, ha spiegato, ribadendo quanto già detto: “stiamo entrando in una fase cruciale dei negoziati sulla Brexit”.

(di Paolo Levi/ANSA)

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