Alta tensione in Zimbabwe, opposizione contro i risultati del voto

Soldati dell'esercito di Zimbabwe pattugliano le strade di Harare.
Soldati dell'esercito di Zimbabwe pattugliano le strade di Harare. EPA/AARON UFUMELI

ROMA. – Le elezioni sono state “libere, eque e credibili, come abbiamo sempre promesso”, parola del neo presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa, eletto con il 50,8% dei voti. Questo è “un giorno di lutto per la democrazia…i risultati sono falsi e non verificati” dichiara Nelson Chamisa, lo sfidante che ha perso con il 44,3% e 36.464 voti di scarto.

La nuova era dello Zimbabwe post Mugabe, che ha votato per la prima volta senza lo storico padre-padrone, comincia così: con l’opposizione che non accetta il risultato, la Commissione elettorale accusata di brogli, l’esercito che pattuglia le strade della capitale Harare dopo i violenti incidenti degli ultimi due giorni nei quali sei manifestanti anti-governativi sono stati uccisi. E la polizia che irrompe con i manganelli per impedire la conferenza stampa di Chamisa e costringe i giornalisti ad andarsene.

Se il voto del 30 luglio che si era svolto senza violenza aveva fatto ben sperare, ora sulla democratizzazione e sulla stabilità dello Zimbabwe si apre più di un punto interrogativo. Dopo aver rimandato di ora in ora l’ufficializzazione del risultato, nella notte la commissione elettorale ha proclamato vincitore Mnangagwa, 75 anni, con quel risicato 50,08 % che gli consente di non andare al ballottaggio.

Il suo partito, lo Zanu-Pf che fu di Mugabe, ha ottenuto la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale con 145 seggi mentre il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) del 40/enne Chamisa ha 63 seggi. Il risultato vero è che la promessa discontinuità con il sistema di potere che ha governato il Paese dal 1980 fino alla deposizione di Mugabe da parte dello stesso Mnangagwa nel novembre scorso rimane tutta da verificare.

Chamisa promette battaglia e annuncia che perseguirà tutte le vie legali e istituzionali per fare ricorso contro i risultati denunciando, tra l’altro, che le urne con le schede sono state trasportate su camion aperti che ne hanno consentito la manomissione. Resta da vedere se i suoi seguaci sceglieranno di non scendere in piazza.

Il neo presidente, conciliante, ribatte rivolgendosi direttamente al rivale:”Hai un ruolo cruciale da svolgere” e promette che sarà il presidente di “quelli che hanno votato per me e di quelli che non lo hanno fatto”. Ma il ‘Coccodrillo’ Mnangagwa, nickname ereditato dai tempi della guerriglia contro l’allora Rhodesia bianca di Ian Smith, ha di fronte a sè molte e difficili sfide, a partire da quella di risollevare un Paese economicamente al collasso con una disoccupazione stimata al 90%, una Banca centrale che non stampa più moneta a causa di un’iperinflazione che ha fatto del dollaro Usa l’unica moneta utilizzabile e il dilemma di proseguire sulla via tracciata da Mugabe di una disastrosa riforma agraria.

(di Eloisa Gallinaro/ANSA)