Moavero: “Fummo migranti, ricordarlo”. Tensione con Lega

Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, durante il suo intervento a Marcinelle.
Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, durante il suo intervento a Marcinelle. (Foto cortesia Farnesina)

BRUXELLES. – “Siamo stati una nazione di emigranti” e questo non va dimenticato quando “vediamo arrivare in Europa i migranti della nostra travagliata epoca”. Le parole del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, nel ricordare la tragedia di Marcinelle al suo 62mo anniversario, surriscaldano il clima agostano nell’agone politico e quello di governo.

Con il leader della Lega, Matteo Salvini, che affida l’irritazione ai capigruppo del suo partito: “Paragonare gli italiani che sono emigrati nel mondo, a cui nessuno regalava niente né pagava pranzi e cene in albergo, ai clandestini che arrivano oggi in Italia è poco rispettoso della verità, della storia e del buon senso”, mettono nero su bianco Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, rispettivamente, alla guida del caroccio alla Camera ed al Senato. Una posizione condivisa anche da Fratelli d’Italia: “un paragone offensivo”, chiosa il capogruppo Francesco Lollobrigida.

Ad innescare la polemica, che ripropone quella dell’anno scorso quando sempre in occasione dell’omaggio ai minatori italiani morti in Belgio si registrarono gli stessi toni, le frasi del responsabile della Farnesina. L’incendio scoppiato l’8 agosto del 1956 nella miniera di Marcinelle, costato la vita a 136 minatori italiani, fu “una tragedia dell’immigrazione”: bisogna ricordare che “i nostri padri e nonni erano emigranti”, soprattutto “quando vediamo arrivare – ha sottolineato Moavero – in Europa i migranti della nostra travagliata epoca”.

Facendo un paragone tra quel dramma – figlio del tristemente noto accordo Italia-Belgio ‘uomini in cambio di carbone’ – e l’emergenza migratoria di oggi. L’episodio, che colpì profondamente i due Paesi tanto da mettere fine all’accordo sul carbone con il quale l’Italia inviò oltre 60mila minatori, “rappresenta prima di tutto la memoria del nostro Paese, del ricordo di tante persone che lasciavano l’Italia per andare a trovare un lavoro fuori”, ha detto Moavero a margine delle celebrazioni.

“Oggi che siamo nei postumi della crisi economica, e di fronte alle sfide della migrazione, non dobbiamo dimenticare queste tragedie del passato che fanno parte di noi stessi, di quello che siamo stati e di quello che siamo”, ha aggiunto, rievocando il concetto già espresso lo scorso anno dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che fu subito attaccato da Matteo Salvini.

E mentre Mattarella si richiama in generale al “valore delle sofferenze e del coraggio dei migranti in terra straniera alla ricerca di un futuro migliore”, sulla stessa lunghezza del ministro degli esteri è invece il presidente della Camera Roberto Fico. In questa fase storica, con l’Ue lacerata “da posizioni contrapposte sulla sorte dei migranti, queste dolorose testimonianze che affiorano dalla nostra storia di migrazioni ci aiutano a ricordare quando fuggivamo da condizioni difficili, alla ricerca di una prospettiva di vita dignitosa”.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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