Siccità e calo raccolti destabilizzano i prezzi del grano

Spighe di grano e sullo sfondo i grafici degli andamenti dei prezzi.
Siccità e calo raccolti destabilizzano i prezzi del grano.

ROMA. – La siccità ed il caldo, come segnala Coldiretti, hanno “bruciato” la produzione di grano in Europa del 10% rispetto allo scorso anno, per effetto soprattutto del calo dei raccolti in Nord Europa, in Francia, Germania fino alla Scandinavia.

Anche in Italia la produzione cerealicola è in calo, ma a pesare stavolta è il maltempo, secondo una stima di Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia, che evidenzia una diminuzione generale di circa il 10% rispetto allo scorso anno, con punte del 20% al Sud. Tuttavia, sottolinea ancora Coldiretti, “la qualità del grano duro è salva, grazie a un buon contenuto proteico”.

Sul fronte dei prezzi, rileva la Borsa Merci Telematica (Bmti), la forte contrazione produttiva dei raccolti di frumento del Nord Europa ha impresso aumenti a luglio ed in avvio di agosto anche ai listini nazionali dei grani teneri. In particolare, secondo una analisi Bmti realizzata a partire dai listini delle Camere di Commercio, il prezzo del grano tenero panificabile ha registrato durante il mese una crescita del 7%, attestandosi a fine luglio sui 190 /t. Rialzi che sono proseguiti nelle prime rilevazioni di agosto, con le quotazioni salite sopra la soglia dei 200 /t, su livelli che nel mercato italiano non venivano raggiunti da gennaio 2015.

Un quadro in linea con l’allerta farine per pizze, pane e dolciumi lanciata da Italmopa, l’Associazione Industriali Mugnai d’Italia, che lamenta “difficoltà di approvvigionamento di cereali per una forte riduzione dei volumi produttivi europei, e un raccolto di frumento tenero italiano insoddisfacente in alcune aree produttive per quantità e qualità”.

Per via della riduzione dei raccolti comunitari e internazionali, segnala Giorgio Agugiaro, Presidente della sezione Molini a frumento tenero di Italmopa, “stiamo assistendo ad un incremento delle quotazioni del frumento tenero, che hanno raggiunto, sui mercati a termine, il livello più elevato degli ultimi cinque anni. Questi fenomeni acuiscono le difficoltà dell’Industria nel programmare correttamente l’acquisto della materia prima frumento e la vendita del prodotto trasformato farina, determinando in tal modo forti squilibri in tutta la filiera”.

Nella Capitanata, il granaio d’Italia, secondo la Cia Puglia “l’annata è stata appena sufficiente”. “C’è stata una produzione inferiore rispetto al 2017, soprattutto a causa del clima sfavorevole in alcune zone, ma con un elevato tenore proteico”, precisa il presidente Cia Capitanata Michele Ferrandino, che chiede di rivedere gli accordi di filiera. Mentre, per il presidente della Copagri Franco Verrascina, preoccupato per la forte contrazione dei raccolti di frumento tenero, “occorre puntare su accordi e reti di imprese e proseguire sulla strada tracciata con l’accordo di filiera”.

Lascia un commento