No-Tav delusi da M5S, venti di rottura in Val di Susa

Una marcia dei No-Tav in Valle di Susa con striscioni. Governo
Una marcia dei No-Tav in Valle di Susa. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – C’è aria di crisi tra il Movimento 5 Stelle e i No Tav della Valle di Susa. Alberto Perino, storico leader del movimento che si oppone al supertreno, mette in dubbio l’effettiva volontà di bloccare la Torino-Lione dei pentastellati: “fanno sterili proclami invece degli atti amministrativi”, scrive in un documento circolato in ambienti No Tav e reso noto dal segretario torinese di Rifondazione comunista, Ezio Locatelli, che parla di “scontro frontale”.

A far traboccare il vaso sembra essere stato il via libera del Cipe alla cosiddetta ‘delibera 30’ sulla Torino-Lione, un testo di fine aprile messo a punto dal governo Gentiloni. Il ministro 5 Stelle Danilo Toninelli si è affrettato a precisare che “non è nulla che possa influire in modo decisivo sul’analisi costi-benefici che stiamo finalmente conducendo in maniera seria e obiettiva”. Una precisazione che, evidentemente, non ha convinto del tutto i No Tav.

“Di cartucce da sparare ne avrebbero tantissime per bloccare gli ingranaggi della grande opera. Basta volerlo fare. Ma per non disturbare il manovratore (Telt e Lega) queste cose non vengono fatte da chi è stato mandato a Roma per bloccare la Tav. In che mani ci siamo messi”, sostiene Perino.

Parla senza mezzi termini di “rottura” Locatelli, per il quale le incomprensioni sulla Tav avranno “ricadute non di poco conto nel rapporto con le istanze di lotta e di movimento sparse a livello nazionale”. Si frega invece le mani il fronte del sì all’opera: “Il campo No Tav si divide, si spera, con vantaggio per la prosecuzione dei lavori”, commenta la parlamentare di Forza Italia Daniela Ruffino che, con il collega Osvaldo Napoli, aveva bollato le parole del ministro Toninelli contro il Cipe come un “avvertimento mafioso”.

E mentre la consigliera regionale pentastellata Francesca Frediani, di origini valsusine, assicura che “l’opposizione al Tav, la grande opera inutile per eccellenza, è da sempre la nostra bandiera”, l’ex senatore Pd Stefano Esposito “se la ride”: “anche quel che resta del movimento #notav ha dovuto prendere atto della totale incompetenza del #M5S”, sostiene invitando i parlamentari del suo partito a stanare i Cinque Stelle con una mozione.

Prova a gettare acqua sul fuoco, invece, il consigliere regionale 5 Stelle Davide Bono: “I No Tav vogliono, giustamente, risposte immediate, ma c’è un contratto di governo da rispettare e lo stiamo facendo con l’analisi costi-benefici – conclude – da Roma ci hanno assicurato che entro fine mese ci saranno novità…”.

(di Alessandro Galavotti/ANSA)

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