Mossa anti-spread del governo, avanti su conti e debito

I vicepremier Luigi Di Maio (S) e Matteo Salvini (D) durante le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte (C) nell'Aula della Camera in vista del consiglio europeo
I vicepremier Luigi Di Maio (S) e Matteo Salvini (D) durante le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte (C) nell'Aula della Camera in vista del consiglio europeo. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Placare la tempesta agostana sullo spread, evitare che la necessità di arginare le turbolenze dei mercati restringa ancor di più i cordoni della legge di bilancio. E’ questo l’obiettivo della nota diffusa a ridosso dell’apertura della Borsa, con cui Palazzo Chigi fa sapere che lunedì c’è stato un “vertice” telefonico tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Il vertice ha confermato – questo il messaggio agli investitori – che il governo, “come è noto”, proseguirà sulla via della “stabilità delle finanze pubbliche” e della “riduzione del debito”. In serata lo spread tra Btp e Bund tedesco chiude in calo a 269 punti base, anche per l’allentarsi delle tensioni per la crisi della lira turca.

Ma a suonare il campanello d’allarme del governo era stato, lunedì, veder salire fino a 280 punti lo spread italiano e l’asta dei Btp riservata alle banche andare deserta. Di qui, la conference call. Per dare un messaggio tranquillizzante, evitare che si auto-avveri la profezia leghista di un attacco agostano dei mercati all’Italia e – dalla prospettiva del ‘custode dei conti’ Giovanni Tria – richiamare i partiti di governo a evitare uscite avventate.

Nel colloquio a quattro, spiegano fonti di Palazzo Chigi in un comunicato fatto uscire alle 8 del mattino, si è discusso della manovra e in particolare del quadro programmatico che sarà contenuto nella nota di aggiornamento al Def, da varare entro fine settembre. Se ne era parlato, precisano le stesse fonti, già nei precedenti vertici agostani sulla prossima manovra.

E la linea concordata è che il quadro programmatico “concili” gli obiettivi programmatici del governo (leggi: avvio della flat tax, del reddito di cittadinanza e della riforma delle pensioni) con “la stabilità delle finanze pubbliche e in particolare il prosieguo del percorso di riduzione del rapporto debito/Pil”.

Ma la professione ferragostana di responsabilità – fortemente voluta da Tria, di sponda con Conte – non cancella i timori nel governo per il giudizio delle agenzie di rating atteso da fine mese (il 31 agosto Fitch, il 7 settembre Moody’s – che ha già messo l’Italia sotto osservazione – e il 26 ottobre Standard&Poor). E soprattutto, non sopisce le tensioni tra i soci di governo e il ministro dell’Economia in vista della prossima manovra. “Non è un mistero – dice una fonte leghista – che non condividiamo la gestione di Tria”.

Il M5s tiene, almeno sulla scena, una posizione più prudente (anche se Di Maio ha auspicato in futuro il superamento del pareggio di bilancio). Salvini invece nelle sue sortite non manca mai di rimarcare il messaggio: “Prima gli italiani delle regole europee”. Lo fa anche commentando il crollo del ponte autostradale a Genova: “Sarà il caso di porsi il dubbio se continuare a rispettare i vincoli o mettere davanti a tutto la sicurezza degli italiani. Io scelgo la seconda”, dice. Mentre il senatore Alberto Bagnai, a caldo, addita in un tweet la causa alle origini della tragedia: “Austerità”.

Ad agitare i rapporti tra alleati, intanto, c’è ancora la vicenda della proposta targata M5s per il taglio alle pensioni d’oro. Il rischio, per come è scritto il testo, è penalizzare chi è andato in pensione prima. Un effetto insostenibile per la Lega, che non cela l’irritazione: Salvini chiede ai suoi di correggere la rotta. E così si decide l’istituzione di un tavolo tecnico, a settembre, per elaborare le correzioni al testo, che porta la firma dei capigruppo di M5s e Lega.

“L’idea è un ricalcolo del retributivo sopra i 4000 euro netti: nessun esproprio proletario. Di fatto si creerebbe un contributo di solidarietà. Se l’effetto non è quello, correggiamo la norma”, spiega il capogruppo leghista Riccardo Molinari.

(di Serenella Mattera/ANSA)