Cina sotto pressione riavvia negoziato sui dazi con Usa

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PECHINO. – La Cina e gli Stati Uniti tornano a parlarsi: tra le pressioni combinate dei dazi americani, delle crescenti incertezze sull’economia, degli scandali sanitari e finanziari, Pechino ha annunciato in mattinata il ritorno ai negoziati nell’intento di risolvere il contenzioso commerciale. Wang Shouwen, vice ministro del Commercio, guiderà entro la fine del mese una delegazione negli Stati Uniti per trattare “questioni di comune interesse”.

Il ministero del Commercio non ha fornito dettagli nella sua breve nota a pochi giorni dal 23 agosto, data dell’entrata in vigore dei dazi reciproci all’import di beni sul controvalore di 16 miliardi di dollari, ultima parte del pacchetto da 50 miliardi complessivi. La delegazione cinese viaggerà “su invito” Usa, ha rimarcato il ministero, vedendo la controparte guidata da David Malpass, sottosegretario per gli Affari internazionali del Tesoro.

L’incontro nelle previsioni non porterà ad accordi, ma non sarà propriamente uno di quelli tra seconde linee: Wang è stato il riferimento nel ministero del Commercio della guerra sui dazi che ha dominato finora le relazioni bilaterali, nonché il funzionario inviato davanti ai media internazionali per motivare “le ragioni strutturali del deficit commerciale” di Washington verso Pechino. Malpass, invece, sovrintende lo scambio dei servizi finanziari, un settore su cui la Us Corporate punta con grande interesse per espandere le attività in Cina.

Ufficialmente la svolta è maturata al meeting del 3 agosto tra il segretario di Stato Mike Pompeo e la controparte cinese Wang Yi: entrambi avrebbero convenuto sulla necessità di trovare una soluzione allo stallo commerciale, nel resoconto dei media di Pechino, a conferma del netto cambio dei toni rispetto a quelli duri e decisi contro “i ricatti americani”.

Il tutto malgrado il fallimento delle trattative condotte dal vice premier Liu He, plenipotenziario del presidente Xi Jinping sull’economia. Le politiche decisioniste di Xi hanno prodotto alla fine un pubblico disappunto cominciato ad emergere, alimentato da fattori quali l’ennesimo scandalo sulla scarsa sicurezza dei vaccini per bambini e il braccio di ferro sui dazi con gli Usa, con riflessi sulla tenuta dell’economia.

Lo yuan ai minimi degli ultimi 20 mesi sul dollari e i listini azionari ai livelli più bassi degli ultimi 4 anni sono gli ultimi segnali. La guerra commerciale ha generato “una forte dose di sobrietà, permettendoci di comprendere che c’è un ampio gap tecnologico con gli Usa”, ha affermato in un recente intervento pubblico Li Xiao, professore di economia alla Jilin University.

“Dobbiamo continuare a riconoscere con calma il nostro ampio gap con gli Usa e apprendere umilmente da loro o insistere sul passo populista dell’antiamericanismo?”, ha aggiunto Li, nel resoconto del Wall Street Journal.

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