Il debito scende. Il Governo si prepara a confronto Ue

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (s) e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, a Palazzo Chigi. Manovra
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (s) e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, a Palazzo Chigi in na foto d'archivio. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – Il debito italiano scende, quasi a sorpresa. Dopo la sfilza di record inanellati nei primi mesi del 2018, a giugno lo stock è diminuito di circa 4 miliardi di euro, portandosi a 2.323 miliardi contro i 2.327 di maggio. Un risultato legato però soprattutto all’iniezione di liquidità da parte del Tesoro, le cui disponibilità, secondo i dati raccolti da Bankitalia, sono diminuite di 9,2 miliardi, compensando il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche.

I numeri di giugno sono ancora provvisori e limitati, ma guardando a quelli più analitici relativi al mese di maggio è il calo dell’esposizione in titoli italiani degli investitori esteri a balzare agli occhi. Quando ancora il governo gialloverde stentava a prendere forma e lo scenario politico sembrava quanto mai liquido, in coincidenza con la fiammata dei rendimenti di fine mese, il portafoglio in mano a fondi, banche e gestori patrimoniali “non residenti” è sceso sotto i 700 miliardi, passando dagli oltre 722 miliardi di euro di aprile ai 698,6 miliardi di euro del mese successivo.

E le prospettive non sembrano essere rosee: proprio oggi, dopo la scivolata legata alla crisi della lira turca, Barclays ha ritirato la sua raccomandazione agli investitori a prendere posizioni lunghe sui titoli italiani a cinque anni a scapito di quelli tedeschi. I Bund appaiono ancora un rifugio sicuro anche per Goldman Sachs che, proprio per i rischi politici italiani, secondo quanto riporta la Bloomberg, vede sempre più lontana la prospettiva di una svendita sui titoli made in Germany.

Proprio per riguadagnare la fiducia degli investitori, la riduzione del debito pubblico resta un obiettivo per cui il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e il governo tutto si sono ufficialmente impegnati. Ridurre il debito significa innescare un circolo virtuoso sui mercati e significa anche avere una carta in più da giocare in Europa.

Il confronto con la Commissione riprenderà all’inizio di settembre, all’Ecofin di Vienna dell’8 settembre, prima della stesura della Nota di aggiornamento al Def, preludio della manovra. E’ lì che il governo fisserà i paletti in cui far muovere la legge di bilancio, confermando probabilmente che il debito calerà (come già previsto nelle previsioni tendenziali di aprile scorso che lo fissavano al 128%), ma agendo sul deficit.

La Ue chiede per l’anno prossimo una correzione strutturale dello 0,6%, che nel tendenziale del Def era prevista ma che con le inevitabili misure della manovra – dal disinnesco dei rialzi Iva all’avvio di flat tax, reddito di cittadinanza e revisione delle pensioni – non potrà non subire scostamenti.

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