Trump critica Fed e attacca Cina e Ue: “Manipolano le valute”

Donald Trump con il nuovo direttore della Fed, Jerome Powell. Lavoro
Donald Trump con il nuovo direttore della Fed, Jerome Powell. (Photo by Drew Angerer/Getty Images)

NEW YORK. – Donald Trump torna ad attaccare la Fed per i suoi rialzi graduali dei tassi di interesse. In un’intervista alla Reuters, il presidente americano afferma che la banca centrale dovrebbe essere più accomodante. E attacca l’Europa e la Cina, che accusa di manipolare le loro valute.

Su Pechino Trump si spinge anche oltre: non anticipando grandi risultati al tavolo delle trattative che si apre a Washington nelle prossime ore, il presidente precisa come a suo avviso non c’è un periodo definito per mettere fine alla disputa commerciale fra le due superpotenze economiche.

Nel mirino di Trump finiscono anche i social media: è “molto pericoloso” quando piattaforme come Twitter e Facebook si regolano da sole, dice. Le sue parole seguono la decisione di alcune delle maggiori società tecnologiche di sospendere Alex Jones, l’animatore del sito Infowars e uno dei più celebri complottisti d’America.

Trump, avido consumatore di Twitter divenuto il suo strumento di comunicazione privilegiato, ha attaccato nelle settimane scorse la società che cinguetta, accusandola di discriminare e di ‘shadow banning’ alcuni prominenti repubblicani. Lo shadow banning, una penalizzazione ombra, è il blocco di un utente o dei suoi contenuti da una comunità online in una modalità che non rende chiaro rapidamente che l’utente è stato bloccato. Su Twitter l’impatto è il fatto che i post pubblicati saranno visti dai follower ma non dai potenziali nuovi follower.

Le critiche più dure Trump le riserva però alla Fed, con la quale si dice in disaccordo sull’aumento dei tassi di interesse. A chi gli chiede se crede nell’indipendenza della banca centrale, Trump risponde: la Fed dovrebbe fare quello che è “bene per il Paese”. Un’affermazione che rischia di alimentare le polemiche sull’interferenza di Trump sulle decisioni di politica monetaria visto che l’indipendenza è uno dei capisaldi delle banche centrali.

Dicendosi non contento dell’aumento dei tassi di interesse, Trump precisa che la Fed “dovrebbe dargli un aiuto”. E rincara la dose, assicurando che continuerà a criticare la banca centrale se dovesse continuare ad alzare i tassi. La prossima stretta è data per scontata in settembre e l’attenzione del mercato è su un possibile quarto aumento dei tassi quest’anno, forse in dicembre. Le critiche di Trump arrivano a pochi giorni dall’appuntamento di Jackson Hole, dove i maggiori banchieri centrali si riuniranno nei prossimi giorni e Jerome Powell sarà uno dei protagonisti.

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