Fuga dai Btp, investitori esteri cedono 38 miliardi di bond

Buoni del Tesoro della Repubblica Italiana.
Asta Btp decennale.

MILANO. – Gli investitori esteri continuano ad alleggerire la loro esposizione in titoli di Stato italiani in attesa del redde rationem in autunno, quando il governo dovrà scoprire le carte sulla manovra finanziaria e le agenzie di rating aggiorneranno il loro giudizio sul merito di credito dell’Italia.

Il Financial Times, citando dati della Bce, ha rilevato che il mese scorso l’ammontare di debito italiano detenuto da soggetti esteri si è ridotto di 38 miliardi di euro dopo che a maggio i titoli italiani in mano a soggetti stranieri erano diminuiti di 34 miliardi. Il dato include tutte le obbligazioni emesse in Italia, comprese quelle collocate da imprese e banche. Il grosso è comunque rappresentato da titoli di Stato: a maggio, ha rilevato la Banca d’Italia, le vendite nette di titoli di Stato da parte di investitori esteri sono state 23,5 miliardi, circa due terzi dei 34 miliardi segnalati dalla Bce.

“Ci aspettavamo che le vendite nette sarebbero continuate a giugno, ma i numeri sono significativamente più alti di quanto ci aspettassimo”, ha commentato Davis Owen, capo economista per l’Europa di Jefferies al quotidiano londinese. In ambienti del Mef si riconosce che i numeri sono significativi ma così come non devono essere sottovalutati neppure vanno enfatizzati.

Il trend, si ragiona, è limitato a due mesi, caratterizzati da una fase di incertezza politica e qui mercati, e non rappresenta ancora una tendenza. Occorrerà attendere i prossimi mesi, decisivi sul fronte delle scelte economiche, per capire se il deflusso si arresterà o si trasformerà in un’emorragia. Resta un dato di fatto l’inquietudine con cui gli investitori stanno guardando all’Italia, gravata da un debito pubblico di oltre 2.300 miliardi e governata da un esecutivo il cui ‘contratto’ richiede decine e decine di miliardi di spesa per essere finanziato.

E’ di pochi giorni fa l’allarme del Wall Street Journal, che ha paventato il rischio di una “destabilizzante fuga di capitali” che potrebbe minacciare l’euro, nel caso di mancato rispetto dei vincoli di bilancio. Mentre un sondaggio di Bloomberg tra alcune grandi banche, ipotizzava uno spread btp-bund a 470 punti base in caso di sforamento del tetto del 3% tra deficit e Pil.

In attesa che il Def faccia chiarezza tra le varie posizioni che movimentano la maggioranza – dove il ministro dell’Economia, Giovanni Tria e il premier Giuseppe Conte hanno confermato l’impegno dell’Italia a proseguire nel percorso di riduzione del debito – le agenzie di rating stanno alla finestra. Due giorni fa Moody’s ha sospeso fino alla fine di ottobre il riesame del giudizio sull’Italia, in attesa che il Def, il documento di programmazione economico-finanziaria, indichi quale strada intende seguire il governo gialloverde.

Per analisti ed investitori resta comunque proprio il ministro dell’Economia la massima garanzia sui conti pubblici italiani. Secondo Mauro Vittorangeli, fund manager di Allianz Global Investors, citato dallo stesso Financial Times, la sua uscita dal governo sarebbe vista come “una sfida” ai mercati, mentre la decisione se acquistare o meno titoli di debito italiano dipenderebbe proprio dalla permanenza nei ranghi dell’esecutivo dell’ex professore, difeso a spada tratta anche da Forza Italia che invita il presidente della Repubblica a vigilare su di lui.

(di Paolo Algisi/ANSA)

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