Atlantia contrattacca, valuta i danni per revoca ed esternazioni

Nella foto l'AD di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci
Nella foto l'AD di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci

ROMA. – Atlantia va al contrattacco e avvia verifiche sull’impatto di un’eventuale revoca della concessione e sugli effetti delle continue esternazioni e notizie sulla società. E’ la decisione assunta dal consiglio di amministrazione straordinario della holding che controlla Autostrade per l’Italia e che ha come primo azionista la famiglia Benetton. Una scelta dettata dalla necessità di tutelare la società e i risparmiatori, ma che si profila come una nuova mossa nello scontro che prosegue da giorni con il Governo.

E mentre ci si interroga sulla nazionalizzazione e il possibile ruolo di Cdp, in Borsa il titolo continua a restare pesante (-3,8% e altri 590 milioni di capitalizzazione bruciati che portano il totale a 15,01 miliardi), mentre il rating della società e delle controllate Autostrade e Adr finisce sotto esame da parte di Moody’s in vista di un possibile downgrade.

Al centro del cda, durato poco più di tre ore nella sede di Autostrade – in cui era presente anche la Guardia di Finanza per sequestrare documentazione per l’inchiesta (lo stesso è avvenuto nelle sedi di Genova e Firenze) – il crollo del ponte Morandi di Genova, sul quale board e consiglio di sorveglianza hanno espresso “sentito cordoglio e vicinanza alle famiglie colpite” e osservato un minuto di silenzio.

Ha quindi preso la parola l’a.d. Giovanni Castellucci, per riferire gli esiti della riunione del cda di Autostrade e illustrare il piano di supporto alla città ligure, che prevede iniziative per 500 milioni per le famiglie delle vittime, la ricostruzione del ponte in 8 mesi e il piano di viabilità alternativa. Misure che hanno ottenuto “il pieno supporto da parte di Atlantia”.

Ma il board della società, in cui siedono anche Gilberto Benetton e Marco Patuano, rispettivamente vice presidente e a.d. di Edizione, la cassaforte dei Benetton, che detiene tramite Sintonia il 30% della società, ha affrontato anche due questioni non approfondite invece dal board di Autostrade. Innanzitutto la lettera di contestazione del Ministero dei trasporti che avvia l’iter per lo stop della concessione di Autostrade e su cui ora Atlantia vuole capire l’impatto in merito agli strumenti finanziari del Gruppo.

A preoccupare c’è poi l’aspetto legato alle “continue esternazioni e la diffusione di notizie sulla società”, su cui Atlantia, che è quotata, ha avviato la valutazione degli effetti, “con l’obiettivo di tutelare al meglio i mercati e i risparmiatori”. Intanto un nuovo fronte si apre con l’Anac, che avvia un’istruttoria evidenziando per la rete di Genova una mancata attuazione di interventi pari al 72,89%. Autostrade però precisa che il dato “non deriva da scelte della società ma è l’effetto dei notevoli ritardi da parte delle istituzioni competenti” sul progetto della Gronda e sul nodo San Benigno.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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