Trump avverte: “Con impeachment i mercati crollerebbero”

Schermo gigante con l'immagine del presidente Donald Trump annunciando le riforme economiche, sullo sfondo schermi con i valori della borsa.
Schermo gigante con l'immagine del presidente Donald Trump annunciando le riforme economiche, sullo sfondo schermi con i valori della borsa. ()Immagine d'archivio)

WASHINGTON. – “Se fossi sottoposto ad impeachment, penso che i mercati crollerebbero. Penso che tutti diventerebbero più poveri. Non so come qualcuno possa essere messo in stato di accusa quando sta facendo un gran lavoro”. E’ questa la sfida che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump lancia verso chi lo vede annaspare (come nella nuova copertina di Time magazine) paventando anche l’impeachment.

Dopo la dichiarazione di colpevolezza del suo ex fedelissimo avvocato Michael Cohen e dopo che una giuria ha dichiarato colpevole di frode fiscale l’ex manager della sua campagna elettorale Paul Manafort, Trump punta il dito contro i voltagabbana, chi cambia parte e parla: “Dovrebbe essere illegale”, dice. Lo ha fatto Cohen, ma stando al Wall Street Journal lo avrebbe fatto anche David Pecker, editore del giornale scandalistico National Enquirer legato al tycoon da lunga amicizia, in cambio dell’immunità.

Il cerchio si stringe, si osserva da più parti, crolla il fortino. Ma Trump rilancia, guardando soprattutto alle elezioni di midterm e alla sua base. Perché se il voto di novembre per il parziale rinnovo del Congresso dovesse rimettere la maggioranza della Camera in mano ai democratici, l’impeachment sarebbe una possibilità molto più concreta. Sebbene non necessariamente immediata, considerata la complessità dell’iter e le intenzioni dichiarate dei democratici, che per il momento puntano tutto sull’inchiesta condotta dal procuratore speciale Robert Mueller.

Il presidente allora parla con Fox News, in un’intervista che sintetizza la sua strategia, già scandita tweet dopo tweet. Cohen è il bersaglio principale: ne prende le distanze, lo sconfessa e dice che era solo “un avvocato part-time”. Soprattutto denuncia il suo voltafaccia, sostenendo che dichiararsi colpevole in cambio di una riduzione di pena dovrebbe essere “illegale”: “Inventa storie e bugie, si chiama ‘cambiare parte’ e dovrebbe essere quasi illegale. Non è una cosa corretta”.

Condanna chiara contro i voltagabbana quindi, mentre emerge che un altro ex amico del tycoon, l’editore David Pecker, ha collaborato con le autorità giudiziarie ottenendo l’immunità in cambio di informazioni. L’amicizia fra Pecker e Trump risale agli anni ’90 e secondo il New York Times l’editore sarebbe anche stato alla Casa Bianca lo scorso anno. Adesso il Wall Street Journal rivela che Pecker avrebbe fornito alla pubblica accusa dettagli su ciò che il presidente Trump sapeva circa i pagamenti di Cohen.

La giornata procede poi con un’alzata di testa da parte del ministro della Giustizia Jeff Sessions che replica – probabilmente nella maniera più risoluta finora – alle ennesime critiche rivoltegli dal presidente per essersi ricusato dall’inchiesta sul Russiagate: il dipartimento di Giustizia non sarà “influenzato impropriamente da considerazioni politiche”, avverte Sessions in una nota.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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