Massimo riserbo del Colle, preoccupa scontro istituzionale

La sagoma di un corazziere in controluce sullo sfondo il palazzo del Quirinale. Mattarella
Un corazziere nel cortile del Quirinale. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Nessun intervento ufficiale. Massimo riserbo. Poco o nulla trapela dal Quirinale per la vicenda legata alla Diciotti che però, non è difficile immaginarlo, desta più di una preoccupazione nel presidente della Repubblica. Al momento, però, vince la cautela vista la delicatezza della questione. Prima di tutto dal punto di vista umano. Poi, ma non per minor importanza, da quello politico con uno scontro istituzionale che il Colle certamente non ignora.

Solo a luglio Mattarella riuscì – da dietro le quinte – a risolvere un’analoga situazione. Ma interventi più o meno diretti – allora ci fu una chiamata risolutiva al premier Conte – non possono essere all’ordine del giorno al di là della costante vigilanza che il Quirinale assicura in questioni di questa gravità.

A luglio, è da ricordare, c’era ancora la concreta speranza che l’Europa iniziasse a muoversi per venire incontro ad un’emergenza gestita – in perfetta solitudine – dall’Italia. Speranza che la lunga attesa rende meno tangibile e che sicuramente, agli occhi del Colle, non viene certo aiutata dalle posizioni intransigenti di Salvini che ha reso un intervento quirinalizio ancor più difficile sfidando il Colle con il suo altolà allo sbarco degli immigrati dalla Diciotti.

“O cambiate Paese o cambiate ministro”, aveva detto il titolare del Viminale per poi aggiungere “Se vogliono intervenire per lo sbarco il Presidente della Repubblica o il Presidente del Consiglio lo facciano ma non con il mio consenso”. E adesso Salvini rilancia assicurando di “non temere il Colle” e di rispondere “solo al mandato che gli italiani hanno dato il 4 marzo: dare più sicurezza”.

Non bastasse, a complicare la ricerca di una terza via (più ‘europea’) è giunto in serata l’ultimatum a Bruxelles di Di Maio che attende dalla riunione di domani risposte certe, pena il taglio della contribuzione annuale italiana all’Unione. La via dell’intervento e della mediazione da parte di Mattarella – allora – si fa stretta. E se si guarda anche all’inchiesta in corso da parte della magistratura, con il Capo dello Stato che è anche presidente del Csm, risulta pure in salita.

Certo la carta europea non è stata scartata e si pone grande attenzione alla riunione degli sherpa di domani a Bruxelles che – nelle intenzioni dichiarate – dovrebbe fornire una soluzione. Superando Dublino – è la speranza italiana – e facendo scattare l’automatismo della redistribuzione dei migranti tra i paesi dell’Unione. Come più volte detto da Mattarella la politica migratoria è questione governativa da trattare con l’Europa. Ma la Diciotti, potrebbe essere l’appunto di Bruxelles, è una nave militare italiana in un porto italiano.

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