Emigrazione venezuelana, Oim e Acnur chiedono la solidarietá dell’America Latina

CARACAS – Le manifestazioni di intolleranza e di xenofobia verso le migliaia di venezuelani che abbandonano il Paese con l’illusione di poter costruire un miglior futuro, preoccupano le autoritá dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e l’Alto Commissariato per i Rifugiati (Acnur). L’aggressione subita da alcuni emigranti lungo la frontiera col Brasile ha messo in evidenza due nuovi fenomeni. Da un lato, il flusso cresciente di emigranti venezuelani; dall’altro, il montare dell’intolleranza nei Paesi in cui questi sperano di costruire un nuovo futuro.

Non si sa con precisione quanti siano i venezuelani residenti all’estero. La stima dell’Oim e dell’Acnur é di circa 2,3 milioni. Piú della metá, 1,6 milioni, sarebbero emigrati negli ultimi 2 o 3 anni. Il 90 per cento dei venezuelani risiederebbe in America Latina. Infatti, il primo flusso, avvenuto prima del 2015, era costituito per lo piú da professionisti. Questi, per la loro formazione universitaria e la propria condizione economica, preferivano Stati Uniti ed Europa. Qui trovavano lavoro e, in alcuni casi, investivano i propri risparmi per costruire una attivitá commerciale o professionale. Dopo il 2015, la caratteristica del flusso migratorio ha subito una trasformazione. I venezuelani che si recano all’estero sono persone umili, con pochi risparmi e senza una formazione universitaria. Pochi di loro hanno denaro sufficiente per pagare un biglietto aereo.

Le preoccupazioni dell’Oim e l’Acnur

Oim e Acnur hanno lanciato un appello ai paesi della regione affinché ospitino i migranti venezuelani che lasciano alle proprie spalle un Paese che poco o nulla puó offrire loro.

Filippo Grandi, Direttore dell’Acnur, e William Swing, direttore dell’Oim, hanno espresso preoccupazione per i recenti provvedimenti approvati in Perú ed Ecuador in materia di migrazione. Provvedimenti, questi, orientati in particolare a colpire i cittadini venezuelani. I governi dei due Paesi, pur coscienti delle difficoltá per ottenere un passaporto in Venezuela, hanno deciso di esigere a coloro che varcheranno la frontiera il relativo documento. E,’ questa, una decisione senz’altro giusta, poiché lo Stato deve provvedere alla sicurezza dei propri cittadini. Nonostante ció, é evidente che castiga una popolazione che emigra per necessitá e alla quale é negato il documento.

– Siamo coscienti che l’arrivo di una massa crescente di venezuelani rappresenta una sfida per queste nazioni – hanno segnalato Grandi e Swing -. Speriamo che qualunque ulteriore provvedimento permetta a chi ha bisogno di protezione internazionale di chiedere asilo.

I due direttori, sicuri che ai venezuelani non mancherá la solidarietá internazionale, hanno riconosciuto lo sforzo dei governi latinoamericani. Particolare preoccupazione destano i minorenni che varcano la frontera poiché sono esposti alla tratta, alla violenza e allo sfruttamento