Amatrice, gente in calo ma tornano gli “aficionados”

Amatrice: Anniversario del terremoto veglia in ricordo delle vittime.
Amatrice: Anniversario del terremoto veglia in ricordo delle vittime. ANSA/EMILIANO GRILLOTTI

AMATRICE. – Gli amanti di Amatrice non la tradiscono. Seppure fra disagi e niente comfort perché il paese è ancora fortemente ferito dal terremoto di due anni fa, è qui che stanno tornando per le vacanze di questa estate. Per lo più gli ‘aficionados’ del luogo hanno la casa inagibile, la loro seconda abitazione, ma hanno affetti e ricordi che vogliono ritrovare.

E così ci si arrangia: fra tende e camper ma anche casette mobili sempre più numerose che sono state collocate nel tempo, e disponibili in affitto, in alcune frazioni di Amatrice (Configno, Scai, Villa San Lorenzo a Flaiano e Rio) che permettono soggiorni più o meno lunghi. Ma in generale, a parte gli amanti del luogo, Amatrice registra – secondo i commercianti – un forte calo di turisti e visitatori.

“Per me Amatrice è una passione, ci vengo da quando ero bambina – dice Simonetta Salvi, romana, che ha affittato per un anno una casetta mobile nella frazione di Villa San Lorenzo – avevo la casa dei nonni, ora distrutta. Qui c’è pace e serenità, un senso di libertà impagabile. Non siamo mancati neanche lo scorso anno, ci hanno ospitato degli amici. Rispetto allo scorso anno, noto però che c’è meno vivacità fra la gente. Vedere Amatrice così, ancora in difficoltà è molto triste”.

“Abbiamo soprattutto un turismo della giornata – sottolinea Alberto, gestore di un negozio di oggettistica in uno dei due centri commerciali esistenti, che vive con la famiglia di quattro persone in una casetta di legno di 24 mq da lui acquistata perché non in possesso dei requisiti per avere aiuti pubblici – le persone vengono a vedere le macerie, pranzano e se ne vanno. All’inizio è stata una forma di solidarietà ma ora questo tipo di turisti, che comunque sono in diminuzione, non giova ai commercianti, ne beneficiano solo i ristoranti. Amatrice in realtà sta diventando una grande piazza. Ritengo sia stata sbagliata la strategia iniziale del comune di frazionare il paese, siamo stati polverizzati, ed ora siamo isolati. Il problema non sono le macerie ma il fatto che non si sta muovendo nulla”.

Quest’anno però – continua – “ho visto che tanta gente è tornata, sono gli ‘abituè’ del luogo che alloggiano nelle roulotte e nelle casette mobili. Ma in generale, c’è poco movimento. Del resto abbiamo poco da offrire, non si investe. Dire che non è stato fatto niente è sbagliato, ma che sia stato fatto bene proprio no. Andremo avanti così ancora 5-6 anni”.

“Tanta gente è tornata ma tanta gente ancora non può tornare – testimonia Teresa, titolare di un’edicola e moglie dell’ex sindaco Sergio Pirozzi – Chi torna è la gente che è legata al posto, utilizzano soluzioni alternative alle case dove non si può entrare. In questi giorni c’è un po’ di movimento perché ci sono iniziative serali che attirano le persone, ma poi? Niente. Cosa possiamo offrire ai turisti? Amatrice è ancora in grande difficoltà, a due anni ci sono ancora le macerie. Abbiamo bisogno di punti di aggregazione, per fortuna c’è il Polo del Gusto, dove sono ospitati i ristoranti rimasti senza locali, che attrae persone”.

Anche Teresa rileva che rispetto allo scorso anno, quando “c’è stata tanta solidarietà, tante persone sono venute, quest’anno c’è meno movimento. Un turismo solo mordi e fuggi”.

Calo di presenze anche per il ristorante ‘Il Castagneto’, cinquant’anni di attività quest’anno, ‘dislocato’ al Polo del Gusto. “Lo scorso anno – dice Margherita, che insieme al marito gestisce l’attività – non riuscivamo a soddisfare tutti. Venivano anche dall’estero, tutti i politici hanno fatto la passerella. Ma quest’anno c’è molta meno gente. Vorremmo ricostruire il ristorante e l’albergo ma qui è tutto fermo. Quanto tempo ci vorrà? Io e mio marito pensiamo di lasciare, di vendere, io ho 78 anni. Penso che morirò nella casetta di 40 mq e comunque noi siamo dei privilegiati. Qui è davvero difficile vivere”.

Più ottimista Sandro, proprietario di una gioielleria dell’Area Triangolo, anche lui ospite di una casetta di legno: “Certo la vita è cambiata ma stiamo andando verso il meglio, i negozi si stanno dando da fare, c’è la volontà di far rinascere Amatrice. La mia attività va male, ma è comprensibile visto gli articoli che propongo, vanno meglio i ristoranti e chi vende prodotti locali. Ma non tutto è imputabile al terremoto. Vedo anche la gente che sta tornando. Le cose stanno andando nel verso giusto”.

(di Agnese Malatesta/ANSA)