Calenda rilancia il governo ombra. Primo fu Pci nel 1989

In primo piano l'ex ministro Carlo Calende, dietro sfocato Matteo Salvini.
L'ex ministro Carlo Calenda.

ROMA. – Nel film ‘The Party’ di Sally Potter (2017) la protagonista organizza una festa per celebrare la nomina a ministro ombra della Sanità per l’opposizione laburista britannica. Il party – che in inglese significa anche partito – finisce malissimo, ma l’incarico è degno di essere celebrato quasi come quello per un vero dicastero.

In Italia l’idea del governo ombra rilanciata dall’ex ministro Carlo Calenda fu importata da Achille Occhetto, segretario del Partito comunista, nel 1989. Obiettivo, incalzare i componenti del sesto esecutivo Andreotti del pentapartito nominando altrettanti ministri ombra. Ora Calenda, iscritto del Pd, ripropone la pratica nata e codificata in Inghilterra e diffusasi nelle ex colonie del Commonwealth, con i ministri ‘finti’ a fare proposte alternative a quelle governative.

“Una parte del Pd attende il terzo avvento di Renzi con la Leopolda e l’altra parte una crisi Lega-5Stelle per fare l’accordo con i grillini. Strategie deboli entrambe – dice l’ex responsabile dello Sviluppo economico -. Per rafforzare l’opposizione dobbiamo costituire un governo-ombra, marcando a uomo questi ministri incapaci”.

Calenda non è nuovo a idee riprese dalla tradizione: quella di un fronte repubblicano contro i sovranisti è stata paragonata ai fronti popolari degli anni Trenta del secolo scorso, allora in funzione antifascista. A sinistra il tentativo di Occhetto non prese mai davvero piede, anche per la difficile definizione dei rapporti tra governo ombra e Partito comunista, a pochi mesi dalla Bolognina che ne decretò la fine e sancì la nascita del Pds.

Quasi vent’anni dopo, nel 2008, ci riprovò Walter Veltroni, un ex comunista, dopo la vittoria di Silvio Berlusconi e del centrodestra alle elezioni. C’erano Marco Minniti agli Interni e Roberta Pinotti alla Difesa, futuri ministri con Matteo Renzi. L’esperimento fu liquidato nove mesi dopo con l’arrivo di Dario Franceschini alla guida del Pd al posto di Veltroni.

Nel marzo 2014 fu la volta del centrodestra: Gianfranco Rotondi di Forza Italia presentò il suo governo ombra – definendosi in tutte le note successivamente diramate ‘premier ombra – addirittura nominando ai Trasporti Vincenzo De Luca del Pd, che non accettò. Il premier era all’epoca Matteo Renzi.

Infine il M5S che, dopo averci pensato nel 2013, una sorta di governo ombra lo ha presentato con Luigi Di Maio quest’anno, ma prima delle elezioni. Solo uno dei ministri futuribili è poi entrato nella squadra di Palazzo Chigi: Giuseppe Conte, come premier.

(di Luca Laviola/ANSA)