CR7 stecca ma la Juve va, la Lazio deve arrendersi

Miralem Pjanic festeggiato dagli juventini dopo il gol.
Miralem Pjanic festeggiato dagli juventini dopo il gol. ANSA/ANDREA DI MARCO

TORINO. – Niente effetti speciali per la prima recita di Cristiano Ronaldo in maglia bianconera all’Allianz Stadium. Una Juventus ‘normale’, con CR7 ancora a secco dopo 180′ di serie A, ha regolato con un gol per tempo una Lazio senza il mordente giusto per ripetere l”impresa dell’anno scorso. Insuperabile, per i biancocelesti, il doppio muro di centrocampo e difesa di Allegri.

Davanti a ct azzurri vecchi (Ventura, Conte) e nuovi (Mancini), l’attesa quasi spasmodica della maggioranza dei tifosi juventini per il primo acuto del 5 volte Pallone d’Oro. Dovranno ancora aspettare. Oggi CR7 ci è rimasto male due volte: Strakosha, con una parata prodigiosa, gli ha alzato in angolo un destro che pareva imprendibile, poi, nell’azione del raddoppio bianconero, tradito da un tocco dello stesso portiere sul cross radente di Douglas Costa, si è quasi incespicato tirandosi il pallone sull’altro piede.

E quando Mandzukic dietro di lui ha invece spedito in rete, nello sguardo e nei gesti di Ronaldo c’era più disappunto per l’errore personale che gioia per il 2-0 dell’attaccante croato. In ogni caso, l’intesa del fuoriclasse portoghese con la squadra è, sul piano tecnico, tutta da costruire.

Alla Juve sono bastate la sua forza fisica e la sua quadratura per rischiare poco contro la squadra che l’anno scorso l’aveva battuta due volte, nella Supercoppa e a Torino in campionato. Nonostante la classe sopraffina di Milinkovc-Savic, che la stessa Juve voleva, la grande partita di Wallace in difesa, e un gioco nel complesso più lineare, la squadra di Simone Inzaghi ha graffiato poco. Male Luis Alberto, spento Immobile.

Allegri ha preferito il 4-3-3, con Bernardeschi e Manduzkic al fianco di Ronaldo, Dybala e Douglas Costa in panchina. Occhi puntati su CR7, tanti fischi per Bonucci, dalla curva sud, anche se alla fine, in tutto lo stadio, hanno prevalso nettamente gli applausi. L’appello alla vigilia di Allegri (“entusiasmo anche per Leo”), è caduto nel vuoto tra gli ultrà bianconeri che hanno fischiato l’ex rossonero a ogni tocco e gli hanno riservato cori ostili.

La Juventus ha stentato a ingranare, specie nei suoi esterni in difesa (Alex Sandro e Cancelo). Così dopo un debole colpo di testa provato quasi per dovere da CR7 su un cross dalla trequarti, è stata la Lazio a spingersi dalle parti di Szczesny; da un appoggio sbagliato di Pjanic è nata una doppia chance per Lulic: il primo tiro è stato respinto in angolo, dalla bandierina il bosniaco per poco non ha infilato direttamente all’incrocio sorprendendo Szczesny.

Una prima azione brillante della Juve si è chiusa (19′) con un palo di Khedira; nell’azione successiva solo uno Strakosha in versione Superman ha deviato il sinistro incrociato di Bernardeschi. Alla mezz’ora il destro dal limite di Pjanic, potente e preciso imprendibile per Strakosha: 1-0 Juve; reazione Lazio con un diagonale di Immobile, fuori abbondantemente, l’unico tiro del bomber laziale nei 90; poi destro fiacco di CR7 (41′).

Più vivace il secondo tempo di Ronaldo e Lazio più in soggezione, ma, dopo un cross di Ronaldo con il pallone si è impennato sui piedi di Mandukic, ecco la miglior palla-gol della Lazio con un gran bel destro di Luis Alberto (15′) fuori di poco. E allora Allegri ha cambiato: fuori Bernardeschi, dentro Douglas Costa. CR7 si è guadagnato una punizione (26′) sparando sulla barriera.

Al 30′ partita chiusa: sull’asse Douglas Costa-Cancelo, difesa Lazio battuta sul cross del difensore portoghese, CR7 va a vuoto, ma non Mandzukic l’irriducibile. Juve a punteggio pieno, Lazio ancora a zero.

(di Renato Botto/ANSA)