Tria a Pechino rassicura: “Lo spread tornerà a scendere”

Il ministro Giovanni Tria, in una foto d'archivio, durante un intervento dal palco
Il ministro Giovanni Tria, in una foto d'archivio.

PECHINO. – Alcuni segnali negativi emersi di recente rientreranno e lo spread tornerà a calare: il ministro dell’Economia Giovanni Tria lancia un messaggio rassicurante da Pechino, nel primo giorno della missione che vuole rafforzare “una relazione importante” con la Cina, nel solco della visita di febbraio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Incontrando in serata più di una quarantina di rappresentanti della comunità d’affari italiana (tra Unicredit, Mps, Enel, Eni e Ansaldo Sts), Tria, secondo quanto riferito all’ANSA da diversi partecipanti alla cena in ambasciata, ha citato lo spread che si avvierà a scendere con l’arrivo dei prossimi dati.

Calendario alla mano, il 31 agosto c’è la lettura finale del Pil del secondo trimestre (l’Ocse ha indicato l’Italia fanalino di coda nel G7 con un +0,2%), ma il focus è sull’arrivo della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, annunciata entro il 27 settembre che Moody’s attende prima della valutazione sul rating. L’agenzia vuole capire le misure di politica economica del governo M5S-Lega, tra piani su fisco e finanziamento di promesse elettorali come flat tax, reddito di cittadinanza e riforma della legge Fornero.

Il debito pubblico italiano è “sostenibile”, ha ribadito Tria nel saluto ai partecipanti disposti intorno a quattro tavoli -nel menu tagliata e filetto di vitello- ricordando che non c’è bisogno di dire ai cinesi cosa devono fare, non vanno convinti perchè loro sanno bene “dove investire”. Il ministro ha così respinto la lettura data dai media italiani sulla ricerca in Cina di acquirenti di titoli di Stato italiani in vista della prossima fine del quantitative easing della Bce. I bond, in uno scenario sostenibile e privo di emergenze, hanno assicurato finora sempre buoni rendimenti.

Temi ripetuti in un’intervista del ministro pubblicata dal Guangming Ribao, organo ufficiale del Partito comunista per intellettuali e accademici. Un gesto valutabile come di riguardo per le consolidate relazioni di Tria, professore di Economia politica, con la Repubblica popolare che risalgono agli anni ’70 e che si sono rafforzate nel periodo 2010-2016 quale presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione.

L’economia italiana sarebbe sicuramente danneggiata da “politiche protezionistiche, sia direttamente sia indirettamente”, ha notato nell’intervista sullo scontro dei dazi tra Usa e Cina,

In serata, Cassa depositi e prestiti e Intesa Sanpaolo hanno sottoscritto un protocollo d’intesa sull’internazionalizzazione delle imprese italiane in Cina e di quelle con sede in Cina e nel controllo di realtà italiane: una collaborazione, che vedrà la sede di Shanghai dell’istituto milanese come pivot, mirata alle esigenze di accesso al credito e/o di mezzi di cofinanziamento con la gamma di prodotti e servizi di Sace-Simest.

La prima attività è il lancio di finanziamenti di Cdp a favore di Intesa Sanpaolo di una provvista di 200 milioni di euro. Un esempio pratico della “relazione importante” tra Italia e Cina, ribadita dalla presenza con Tria del vice direttore generale di Banca d’Italia Fabio Panetta, del neo ad di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo, dell’amministratore delegato di Snam Marco Alverà, e di Giuseppe Bono, numero uno di Fincantieri.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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