Inter: prima crisi di stagione, tutti al lavoro

Spalletti dirige l'allenamento, in primo piano Lautaro.
Niente riposo dopo il pari interno col Toro. (Foto Inter FC)

MILANO. – Da anti-Juve ad anti-nessuno, il passo è stato troppo breve per l’Inter. Dopo 180′ di campionato, i nerazzurri si ritrovano a -5 dalle big, con più dubbi che certezze e due soli punti in classifica, come successo solo nel 2011/12 e nel 2016/17 (con De Boer in panchina) dal 2000 in poi. Una falsa partenza da incubo, per una squadra costruita per vincere, ma che finora ha dimostrato poco o nulla.

E non solo: ha dimostrato di dover ancora fare i conti con una certa fragilità mentale, che qualcuno chiama pazzia e che l’arrivo di Spalletti sembrava avesse cancellato. Serve trovare una soluzione, perché le big rischiano di scappare senza una vittoria sabato a Bologna. Non a caso, il tecnico ha cancellato il giorno di riposo, facendo allenare il gruppo ad Appiano e analizzando gli errori fatti contro il Torino.

Il passo indietro è preoccupante e il problema pare più mentale che tattico o fisico. Dopo un primo tempo di buon livello, l’Inter è scomparsa dal campo, impaurita e incapace di controbattere agli assalti granata. Una paurosa versione di dottor Jekyll e signor Hyde a tinte nerazzurre. Il gol di Belotti ha fatto il resto, mandando nello sconforto una squadra che l’anno scorso aveva fatto della solidità mentale un’arma, basti pensare all’ultima gara con la Lazio.

E qui entra in gioco anche il fattore Handanovic. Una lunga striscia di errori accompagna infatti il portiere, diventato bersaglio sui social, già dalla scorsa stagione. Sviste clamorose come quella su Belotti e errori tecnici come sul 2-2, da punto di forza Handanovic nell’ultimo periodo spesso è stato il punto debole.

Lo sloveno è stato il protagonista in negativo, ma non certo l’unico in difficoltà: Icardi versione fantasma, Brozovic tra alti e bassi e anche uno Spalletti poco lucido. Rispetto a un anno fa, il tecnico ha a disposizione una rosa più ampia e quindi più soluzioni, ma non è stata ancora trovata la quadra, un modulo che dia sicurezza e certezze.

Contro il Torino, ad esempio, ha usato tre diversi moduli in 90′, sintomo che qualcosa non funziona. Scelte per cui le critiche non sono mancate. Non è la prima volta, ma stavolta il fronte pare più ampio. L’ingresso del pessimo Dalbert, la scelta di inserire Lautaro Martinez al 91′, le difficoltà nel trovare un modulo da cui partire, sono tutti elementi che anche sui social hanno fatto discutere e non poco.

Il tutto mentre Spalletti dimostra un certo nervosismo, puntando il dito contro la stampa per la pressione di essere l’anti-Juve: certo, ma all’Inter con la pressione di vincere bisognerebbe convivere, non farsi sopraffare.

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