Fincantieri si prepara, pronta a ricostruire il ponte

Ispettori del Ministero delle Infrastrutture sul luogo delle macerie del Ponte Morandi..
Ispettori del Ministero delle Infrastrutture sul luogo delle macerie del Ponte Morandi.. ANSA/SIMONE ARVEDA

TRIESTE. – Lanciato il sasso nello stagno, Fincantieri resta alla finestra per osservarne le conseguenze. E nonostante il suo nome rimbalzi di bocca in bocca, da ministri ad opinionisti – dato per certo come l’azienda che ricostruirà il Ponte Morandi – nel quartier generale di Trieste le bocche rimangono invece cucite in attesa degli accadimenti.

L’amministratore delegato Giuseppe Bono cinque giorni fa, il 23 agosto, visitando lo stabilimento di Ansaldo Energia sfiorato dal crollo di ponte Morandi, aveva sorpreso tutti sostenendo che “Fincantieri è in grado di ricostruirlo il ponte”, precisando “nessuno ce lo ha chiesto”. Fino a quel momento. Ma è bastata la sottolineatura perché il nome del gruppo, associato a quello Cassa Depositi e Prestiti diventasse per alcuni componenti dell’Esecutivo, il candidato ideale a ricostruire l’opera.

“Fincantieri ha tutte le capacità e le conoscenze per costruire un’opera di questo genere, ne stiamo facendo quattro in Belgio”, aveva aggiunto Bono, prima di lasciare l’Italia per la Cina, componente della delegazione del ministro Giovanni Tria, di cui fa parte anche la Cdp. Nell’arcipelago di società che fanno capo a Fincantieri, in pochi avevano in precedenza notato l’esistenza della controllata Infrastructure che, dietro lo slogan a effetto “Nothing too big, nothing too complex”, progetta e costruisce ponti, stadi, porti, grattacieli.

La sede operativa è a Verona e ha all’attivo opere difficili: sono in fase di costruzione 4 ponti sul canale Albert in Belgio, ciascuno è un ponte ad arco a campata unica con luce di oltre 120 metri e un migliaio di tonnellate di peso. Due ponti sono in fase avanzata; gli altri due sono appena stati improntati. Tutti saranno completati entro il 2019. E poi un nuovo ponte sul fiume Ticino, una piattaforma di perforazione semi-sommergibile non presidiata capace di operare in condizioni ambientali estreme da 35.000 ton. di peso, e così via.

Dalla Cina Bono segue con attenzione gli sviluppi della vicenda, e intanto fa pervenire nuovi segnali di successo. E per ultimo la notizia dell’estensione di un già importante accordo con il colosso Cssc, China State Shipbuilding Corporation, a tutto il comparto costruzioni navali mercantili. Dopo la joint venture per le prime unità da crociera mai realizzate in Cina per il mercato locale e altre attività, il Memorandum siglato prevede progetti congiunti di ricerca, unità per il settore oil&gas; cruise-ferry; mega-yacht; navi speciali; infrastrutture in acciaio. Bono parla di “nuove opportunità per Pmi italiane dell’indotto”.

(di Francesco De Filippo/ANSA)

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