Coppa Libertadores, un torneo nato in Venezuela

Il trofeo della Coppa Libertadores alzato da due mani
La Coppa Libertadores

CARACAS – La Coppa Libertadores è il massimo torneo calcistico per club della Conmebol. Fin qui la storia é nota a tutti gli amanti del calcio, ma forse quello che molti non sanno è que questo prestigioso torneo è nato a Caracas, in Venezuela.

Era il 19 aprile del 1959 (non a caso il giorno in cui si festeggia la firma del verbale dell’indipendenza del Venezuela) e il Consiglio direttivo della Conmebol era riunito in Venezuela  per creare un torneo  simile alla Coppa dei Campioni (oggi Champions League), dove partecipassero le 10 squadre vincitrici dei campionati di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Peru, Uruguay e Venezuela.

Va ricordato che alcuni anni prima, nel 1948, i cileni del Colo-Colo avevano organizzato un’edizione sperimentale della “Copa de Campeones Sudamericanos”, invitando alcune delle formazioni più à la page dell’epoca come il River Plate di Alfredo Di Stéfano e il mitico Vasco da Gama dell’Expresso, poi vincitore del torneo.

Il nome di Coppa Libertadores è stato scelto per rendere omaggio agli eroi come Simón Bolívar, José de San Martín, Pedro I, José Bonifácio, Bernardo O’Higgins, José Artigas, ed altri personaggi che hanno combattuto per la liberazione dei diversi paesi del Sudamerica.

Il torneo inizió a disputarsi nel 1960 e pareciparono San Lorenzo (Argentina), Jorge Wilstermann (Bolivia), Bahia (Brasile), Universidad de Chile (Cile), Millonarios (Colombia), Olmpia (Paraguay) e Peñarol (Uruguay). La prima storica edizione della Coppa Libertadores fu vinta dal Peñarol, formazione italo-uruguaiana fondata da emigranti piemontesi della zona di Pinerolo. Ma per vedere una venezuelana in campo i tifosi hanno dovuto attendere l’edizione del 1964.

Il 9 dicembre del 1963 la Liga Mayor ha approvato la partecipazione del Deportivo Italia. Gli azzurri superarono nella fase previa i brasiliani del Bahia (0-0 a Caracas e 1-2 in Brasile). Poi nella fase a gironi sfidarono gli ecuadoriani del Barcellona di Guayaquil e i cileni del Colo Colo. Il Deportivo Italia chiuse la fase a gironi con una vittoria (0-2 in casa degli ecuadoriani) e tre sconfitte.

Nel corso della sua ultracinquantennale storia la competizione si è rifatta diverse volte il trucco, com’era logico che fosse, ha visto lievitare costantemente le proprie dimensioni e nel 1998 ha aperto le frontiere all’invasione messicana, conservando, però, sempre intatto il suo fascino, avvolto in quell’area di misticismo che circonda tutto ciò che ha che fare con l’America Latina. La Copa Libertadores è un cocktail che ha come ingredienti principali “drama”, “pasión” e “magia”. Questo è un torneo che non à mai stato vinto da una formazione venezuelana, ma in diverse occasioni squadre provenienti dalla terra di Bolívar hanno dato filo da torcere agli avversari.

La Copa Libertadores è trionfo dell’improbabile e miracolo dell’imprevisto, terreno fertile per il palesarsi dell’imprevedibile: la sorpresa, insomma, è all’ordine del giorno. Può sembrare paradossale, perché è una cosa che per certi versi fa a cazzotti con il nostro concetto di “sorpresa”, ovvero una reazione di stupore o meraviglia suscitata da un evento inatteso, inaspettato, che ci coglie totalmente alla sprovvista, ma pur sapendolo in partenza, non riusciamo a smettere di sorprenderci, com’è accaduto nel 1971, il Deportivo Italia entrò negli almanacchi dopo aver battuto nella splendida cornice del Maracaná di Rio il Fluminense.

Non dobbiamo dimenticarci del Portuguesa che nel 1977 arrivò in semifinale, allora il format era diverso dall’attuale. I rossoneri, che allora avevano in rosa il brasiliano Jairzinho, nel primo turno superarono Estudiantes de Mérida ed i peruviani dell’Unión Huaral e Sport Boys. Nella fase successiva vinsero all’esordio 3-0 contro i brasiliani dell’Internacional, ma poi arrivò il ko nel ritorno con la squadra di Porto Alegre e la doppia sconfitta con il Cruzeiro.

Nel 1983, l’Atletico San Cristóbal, che in rosa aveva l’italo-venezelano Nicola Simonelli, arrivó fino in semifinale. Nel primo turno aveva avuto la meglio sul Deportivo Táchira e sugli ecuadoriani Nacional e Barcellona. A fermare la corsa di Simonelli e compagni furono gli uruguaiani del Peñarol e del Nacional.

In rappresentanza del Venezuela sono arrivati ai quarti di finale della Coppa Libertadores: Minerven (1994), Estudiantes de Mérida (1999), Deportivo Táchira (2004) e Caracas (2009).

La prestigiosa Coppa Libertadores è stata ideata e costruita da un orefice italiano nel 1959: Mario Cammuso. Il trofeo è alto 96 cm e pesa 12,20 kg. Particolarità della coppa è una cinta d’argento che contiene i nomi dei vincitori anno per anno, che sarà completata, per limiti di spazio, nel 2031.

Come piccolo dato curioso troviamo il fatto che i vincitori mettono in bacheca una replica della coppa. Per avere l’originale bisogna vincere il trofeo per tre anni di seguito. Solo due club, entrambi argentini, hanno avuto finora questo onore: Estudiantes de la Plata (campione nelle edizioni del 1968, ’69 e ’70), e Independiente (campione nel ’72, ’73 e ’74).

La squadra che in più ocasioni ha alzato questo trofeo é l’Independiente de Avellaneda con sette titoli in bacheca, di cui quattro in maniera consecutiva. Per questo motivo “el rojo” si é guadagnato il soprannome di “rey de Copas”.

Il calciatore con più presenze è il paraguaiano Ever Hugo Almeida, storico portiere dell’Olimpia campione del Sud America nel 1979 e nel 1990. Ha conquistato anche una Coppa Intercontinentale nel 1979 contro il Malmo (in finale per via del declino del Nottingham Forest). Per il Venezuela il calciatore con più presenze è Luis “pájaro” Vera con 62 presenze, mentre quello che ha preso parte a più edizioni è Carlos “Chiquichagua” Marín (10 edizioni).

Il calciatore con più gol realizzati è Alberto Spencer, leggenda del Peñarol e del calcio sudamericano, che con 54 gol realizzati in un arco di tempo di dodici anni, detiene tuttora il primato. Il record di reti realizzate in un’unica edizione è detenuto da Daniel Onega, che con la maglia del River Plate ne realizzò 17 nel 1966. Per il Venezuela, il calciatore con più reti segnate é Gerson Díaz con 11, mentre in rappresentanza di una formazione della terra di Bolívar c’è il paraguaiano Pasqual Peralta con 12.

Il mister venezuelano con più presenze è Walter “cata” Roque con 50 in 8 edizioni disputate.

(di Fioravante De Simone)