Un negozio su cinque è bancarella, oltre metà sono straniere

Una ragazza prova una maglietta davanti alla bancarella
In Italia un negozio su cinque è bancarella

ROMA. – Sono molti, quasi 200 mila,tanti stranieri, ma anche un esercito di italiani fortemente radicati al loro territorio di origine, specialmente al Mezzogiorno. E’ questo il panorama del commercio ambulante in Italia, secondo i dati di Unioncamere al 30 giugno: 188.998 imprese, il 22,1% del totale del commercio, di cui poco più di 100 mila hanno titolari stranieri, mentre tra gli italiani il 78% degli ambulanti esercita nella provincia di nascita.

Complice anche la crisi che ha pesato sugli esercizi tradizionali, incentivando al contrario la microimprenditoria ambulante, il settore in Italia è praticamente raddoppiato dal 2007, quando le bancarelle erano circa 100mila, anche se il numero si è ora leggermente ridotto rispetto alle 195mila unità di fine 2016.

Lo stretto legame con le proprie radici caratterizza tutto il Sud ma si evidenzia soprattutto a Bari, Palermo e Napoli . Il 97,4% delle imprese individuali del capoluogo pugliese ha infatti un titolare nato in uno dei comuni della provincia . Seguono Palermo e Napoli con il 95% degli ambulanti che proviene dal territorio comunale. Ad eccezione di Bolzano in settima posizione, con un ragguardevole 92,6% di ambulanti autoctoni, per trovare una provincia del centro-nord bisogna scorrere la classifica fino al 20 esimo posto, dove si colloca Padova (83,5%).

All’opposto, la classifica dei territori in cui l’esercizio del commercio ambulante appare poco attrattivo per i locali vede al primo posto la provincia di Asti, dove solo il 43,8% degli operatori vanta radici nella provincia. Sotto la soglia del 50% di imprenditoria autoctona del commercio ambulante anche Aosta (44,2%), Vercelli (46,3%), Alessandria (48%) e Savona (48,8%). Gli operatori stranieri sono il 56% del totale.

L’analisi territoriale svela però un’Italia dai profili molto variegati, con province in cui la quota di ambulanti italiani è assolutamente schiacciante rispetto a quella dei colleghi stranieri. Non solo ad Enna (dove i locali sono l’86,5%), Brindisi e Bari (entrambe oltre il 75%) ma anche a Torino, dove gli ambulanti italiani sono il 67,3%.

All’altro estremo, i territori con minore presenza di imprenditori ambulanti nati in Italia sono le province di Catanzaro (solo il 20,2% rispetto al totale), Reggio Calabria (21,5%) e Pisa (23%). Tra i paesi di provenienza degli ambulanti stranieri, primo il Marocco (39mila), seguito da Senegal e Bangladesh, con consistenze analoghe (circa 15mila imprese).

A livello territoriale la Campania, con 30mila realtà, presenta il maggior numero di imprese seguita da Lombardia (22.429) e Sicilia (19.726). Calabria, Sardegna e Toscana (tutte sopra il 25%) sono invece le regioni con l’incidenza percentuale maggiore di imprese ambulanti rispetto al totale del commercio al dettaglio. Infine i settori: l’abbigliamento è al primo posto con il 38,4% delle imprese del commercio ambulante. Al secondo posto, la categoria “altri prodotti” (tra cui fiori, cosmetici, detersivi, chincaglieria) con quasi il 38% delle attività, e solo al terzo posto il settore alimentare, il cui contributo si ferma al 18,4%.

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