Salvini punta allo strappo con Ue. Conte e Tria frenano

Giuseppe Conte e Giovanni Tria, professori universitari al governo. Juncker
Giuseppe Conte e Giovanni Tria, professori universitari al governo.

ROMA. – Una partita triplice, che ha come estremi l’Ue, l’asse tra il premier Giuseppe Conte e il titolare del Mef Giovanni Tria, e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. La battaglia sulla manovra si muove su questi tre assi, con una postilla potenzialmente esplosiva, le possibili tensioni tra M5S e Lega sui temi chiave su cui puntare.

La partita, ufficiosamente, inizierà a partire dalla prossima settimana. Nessun vertice, spiega Di Maio dal Cairo, è in programma da qui a sabato, giorni durante i quali ciascun protagonista parlerà dei “suoi” obiettivi. A fasi alterne, per ora, Salvini e Di Maio fissano traguardi, annunciano potenziali rotture con l’Ue, assicurano gli elettori sulla tenuta economica dell’Italia. Con sfumature diverse, tuttavia.

La battaglia di Salvini con Bruxelles è totale e va dal disimpegno italiano dalla missione Sophia al potenziale asse con il gruppo Visegrad per la gestione del fenomeno migratorio fino alla ventilata ipotesi di superare il tetto del 3%. Sui migranti diversa è la visione del M5S, molto più vicina alla posizione dell’ala più moderata del governo, capitanata dal titolare della Farnesina Enzo Moavero Milanesi e che ha in Conte un suo caposaldo: entrambi, infatti, cercano di far passare il messaggio dei ricollocamenti obbligatori tra i Paesi Ue. Punto che, come si sottolinea nel Movimento, è tra l’altro contenuto nel contratto.

Il M5S, di fatto, sembra voler mantenere un legame con i Paesi dell’Ue tradizionalmente amici dell’Italia. E, non a caso, Di Maio replica a Oettinger con parole durissime, ribadisce il veto dell’Italia al bilancio europeo ma concede un’apertura al dialogo: “se nei prossimi giorni l’Ue riscoprirà lo spirito di solidarietà fondativo ne parleremo”. E, per solidarietà, Di Maio intende innanzitutto un allentamento cospicuo dei margini di flessibilità.

Per convincere i “falchi” di Bruxelles il vicepremier riabilita una definizione cara ai precedenti governi italiani, da quello di Mario Monti in poi: un profondo piano di riforme che accompagnerà la manovra. Sburocratizzazione, incentivi per gli investimenti, reddito di cittadinanza, riforma fiscale, sono alcune delle riforme citate da Di Maio in un giorno in cui, il ministro Barbara Lezzi, annuncia peraltro sgravi per le assunzioni al Sud.

Riforme che costano. Riforme per cui Conte, già al prossimo vertice informale del 20 settembre a Salisburgo chiederà un’apertura ai suoi colleghi europei. Senza, almeno per ora, minacciare il superamento del 3%. Dalla Cina, non a caso il ministro dell’Economia Tria assicura: l’Italia è affidabile e la sua integrazione nell’aera euro non si discute. Il messaggio, peraltro, è anche rivolto ai mercati.

Perché dalle pari del governo, il timore di un attacco speculativo mirato a far cadere il governo giallo-verde c’è, eccome. “Se ci sarà, sarà per motivi politici”, quasi avverte Di Maio che, su questa convinzione, viaggia “a braccetto” con il suo alleato. La sintonia, però, nelle prossime settimane potrebbe incrinarsi, con il leader della Lega pronto al tutto per tutto per “difendere gli interessi degli italiani”. E chissà se pronto anche a rompere l’alleanza una volta che Tria e Conte gli sbarrassero la strada.

Strada sulla quale, in vista dell’autunno, attentissima è la vigilanza anche del presidente Sergio Mattarella. “Questo governo ha piena fiducia in Conte e Tria, la linea economica che portano avanti è nel contratto”, assicura nel frattempo Di Maio dall’Egitto. Non regalando alcuna citazione né a Salvini né alla misura bandiera della Lega e di tutto il centrodestra, la Flat tax.

(di Michele Esposito/ANSA)

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