Putin ammorbidisce l’impopolare riforma delle pensioni

Putin stringe le mani dei suoi sostenitori.
Putin ammorbidisce l'impopolare riforma delle pensioni. EPA/ALEXEI DRUZHININ / SPUTNIK / KREMLIN POOL

MOSCA. – Alla fine Vladimir Putin è stato costretto a metterci la faccia. Il presidente russo è apparso in diretta tv per annunciare un ammorbidimento della contestatissima riforma delle pensioni che ha fatto scivolare la sua popolarità e trascinato in piazza decine di migliaia di persone. Putin ha deciso che l’età pensionabile per le donne salirà da 55 a 60 anni, e non fino a 63 come chiesto dall’esecutivo. Nessuno sconto invece per gli uomini, che per andare in pensione dovranno aspettare cinque anni in più, cioè i 65 anni.

Lo zar è in preda “al panico” e cerca di “addolcire la pillola”, ha subito tuonato Alexiei Navalny sul suo blog. La bestia nera del leader russo si trova in carcere: lunedì si è beccato 30 giorni di reclusione con una sentenza ad orologeria per una protesta che risale a ben sette mesi fa. La condanna gli impedirà di guidare la manifestazione contro l’aumento dell’età pensionabile che sta organizzando per il 9 settembre.

Ma non lo fa desistere dall’incitare i suoi sostenitori a non mollare: “Dobbiamo protestare – scrive – e impegnarci al massimo perché queste contestazioni siano quanto più potenti possibile”. I cortei di Navalny rischiano però di concludersi con la consueta ondata di fermi e arresti. Il Comune di Mosca ha già negato ai dissidenti il permesso di scendere in piazza accusandoli di voler “influenzare negativamente l’andamento delle elezioni”.

Proprio il 9 settembre in Russia si vota infatti per eleggere 26 tra governatori e sindaci, compreso il primo cittadino della capitale. E’ anche in vista del voto che Putin si è presentato davanti alle telecamere sfoggiando per mezz’ora il suo miglior tono paternalistico. Il leader del Cremlino ha spiegato ai russi le ragioni della riforma. Ha smussato un po’ gli angoli del progetto di legge, ha concesso alle donne di andare in pensione un po’ prima rispetto a quanto chiesto dal governo e ha promesso che quelle con tre o più figli potranno lavorare anche qualche anno in meno. Tutti provvedimenti che, secondo il vice premier Anton Siluanov, costeranno circa 6 miliardi di euro da qui al 2024.

Ma Putin ha anche sottolineato che “ogni ulteriore rinvio” del graduale aumento dell’età pensionabile “sarebbe irresponsabile” perché rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza del Paese, farebbe impennare il rischio di un collasso economico e provocherebbe un’inflazione record.

Che ci sia un problema è indubbio. La popolazione russa sta invecchiando e continua a ridursi, mentre lo Stato spende sempre di più per le pensioni. Si calcola che entro il 2050 il 20% dei russi avrà superato i 65 anni. La riforma però è tra le più contrastate dell’era Putin. E’ stata annunciata il 14 giugno, cioè nel giorno dell’inaugurazione dei Mondiali di calcio, in modo da evitare che avesse troppo risalto sui media. Ma, finito il torneo iridato, ci sono state numerose proteste e altre sono all’orizzonte.

“Non vivremo abbastanza per andare in pensione”, è lo slogan più ripetuto e che riflette un timore non infondato: in Russia la speranza di vita delle donne è di 77 anni, ma quella degli uomini è di appena 66. Peraltro la pensione media in Russia è di 13.300 rubli al mese, circa 170 euro, e un pensionato su quattro è quindi costretto a continuare a lavorare per arrotondare un po’.

A passarsela meglio sono militari, esponenti delle forze dell’ordine e dei servizi segreti: loro, a quanto pare, non saranno toccati dalla riforma e potranno ancora andare in pensione dopo 20 anni di servizio.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA)