Sale la pressione sul governo, nella manovra controffensiva M5S

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (s) e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, a Palazzo Chigi. Manovra
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (s) e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, a Palazzo Chigi in na foto d'archivio. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – Sud e reddito di cittadinanza, i due cavalli di battaglia elettorali del M5S si trasformeranno nei temi chiave sui quali Luigi Di Maio e i ministri pentastellati punteranno per la grande partita della manovra. Un solo weekend separa il governo giallo-verde dalle riunioni tematiche che, all’inizio della prossima settimana, metteranno sul tavolo di due piatti “bollenti” dell’autunno: migranti e conti pubblici. Ed è su quest’ultimo dossier che, in queste ore, sale la pressione esterna e interna al governo con lo spettro di uno spread tornato sull’ottovolante e delle bocciatura delle agenzie di rating.

Oggi toccherà a Fitch diramare la sua sentenza. A Palazzo Chigi attendono il responso con silente tranquillità anche se, in queste ore, dal M5S arrivano i primi attacchi sulla trasparenza delle agenzie di rating. Del resto, nel governo si ha ben chiara la necessità di allineare priorità e fughe in avanti rispetto al tetto deficit/Pil emerse finora un po’ in ordine sparso.

Molto difficile, nonostante la tentazione sia forte nel M5S sia nella Lega, che Palazzo Chigi (e in primis il titolare del Mef Giovanni Tria) dia il suo placet allo sforamento del tetto. Molto probabile, invece, che si chieda a Bruxelles di scorporare le spese per la ricostruzione del ponte di Genova dal calcolo del deficit. Ma, nei prossimi giorni, Conte sarà chiamato anche a mettere il cappello sul menù della manovra.

E, in questo senso, dalle parti del M5S è partita una sorta di controffensiva rispetto a Matteo Salvini. Su reddito di cittadinanza (nella sua applicazione completa, che vale 17 miliardi) e su una maggiore attenzione, fiscale o in termini di fondi, per il Sud, il M5S non intende cedere.

Dopo i giorni della Diciotti e dell’incontro tra Salvini-Orban nel Movimento è scoccata infatti l’ora della reazione. Una reazione che vede tornare in campo anche Beppe Grillo. A Milano il fondatore del M5S incontra José Pepe Mujica, l’ex presidente dell’Uruguay, icona della sinistra globale. Lo incontra in un barber shop di fronte al consolato uruguagio e, in un video pubblicato sul blog, Grillo mette in scena un dialogo tutto incentrato su “intelligenza della povertà”, necessità di mettere al centro la persona, importanza di lavorare meno e meglio.

“Il reddito universale per noi è fondamentale”, spiega Grillo che, al presidente “tupamaro” rinverdisce anche “l’utopia” del M5S. “E siamo arrivati al governo mettendoci il rapporto con questa Lega che…teniamo in equilibrio, con un accordo con dei programmi precisi”, racconta Grillo quasi mimando, con le mani, il precario filo su cui si regge l’alleanza con Salvini.

A Milano Grillo vede anche Davide Casaleggio che, tra l’altro, nei giorni è stato avvistato a Roma. Segno che, nei vertici del M5S, le acque tornano a muoversi in vista della ripresa. E domenica, in collegamento dal Sudamerica, alla Festa del Fatto con Di Maio è previsto anche l’intervento di Alessandro Di Battista. Un ritorno, quello del “Dibba”, atteso anche in vista delle Europee quando nella battaglia contro il centrodestra targato Lega potrebbe scendere in prima persona proprio il frontman del movimentismo.

(di Michele Esposito/ANSA)