Macron precipita nei sondaggi, il rimpasto è al ribasso

La ministro dello Sport Laura Flessel lascia l'Eliseo
La ministro dello Sport Laura Flessel lascia l'Eliseo. EPA/YOAN VALAT

PARIGI. – Al posto del simbolo dell’ambientalismo Nicolas Hulot, che mentre lascia il suo ministero scoppia in lacrime, arriva un antipersonaggio come Francois de Rugy. Per una ex campionessa di scherma, che va via per motivi personali (più tardi si scoprirà che si trattava di guai col fisco), arriva una ex primatista di nuoto.

In tanti aspettavano l’elettroshock per invertire la tendenza dei sondaggi negativi su Emmanuel Macron, arrivati addirittura più in basso di quelli dell’impopolare predecessore Francois Hollande dopo 15 mesi di mandato. Invece non soltanto il sostituto di una personalità come Hulot appare come un politico corretto ma senza alcun carisma, ma il rimpasto si limita a due nomi, uno dei quali assolutamente inatteso.

La giornata si è aperta infatti con le dimissioni annunciate all’improvviso “per motivi personali” di Laura Flessel, ministra dello Sport che aveva suscitato entusiasmi all’inizio e diverso malcontento nel settore sportivo in seguito. Poco dopo, il sito on line Mediapart rivelava che ci sono buchi nelle sue denunce dei redditi e che potrebbe finire sotto inchiesta.

A metà giornata, con un comunicato, la presidenza annunciava il tanto atteso rimpasto, in realtà la sostituzione dei due ministri uscenti: allo Sport sbarca un’altra donna ex atleta, Roxana Maracineau, franco-romena nata a Bucarest e divenuta nel 1998 a Perth la prima francese campione del mondo sui 200 dorso.

Poi i riflettori, per una volta, si spostavano su Francois de Rugy, 44 anni, natali nobili, 20 anni di ecologia alle spalle, una performance non esaltante alle primarie della gauche per le ultime presidenziali (3,83% il suo score), il passaggio a gran velocità, due mesi dopo, nelle file del partito di Macron, che lo ricompensa con la presidenza dell’Assemblea nazionale. Dove non si fa amare dalla maggioranza, e in particolare da Richard Ferrand, capogruppo de La Republique en Marche in Parlamento e già annunciato, informalmente, come erede del nemico de Rugy alla presidenza dell’Assemblée.

In serata, ai tg, è arrivato l’unico annuncio di segno positivo della giornata, ed è stato Edouard Philippe a darlo: il prelievo fiscale alla fonte, uno dei capisaldi del programma di riforme di Macron, è confermato. Si comincerà, come previsto, il 1 gennaio, dopo tutti i dubbi delle ultime settimane.

La giornata era cominciata nel segno peggiore per Macron, da tempo in ribasso nei sondaggi e oggi precipitato al 31% di opinioni favorevoli, un punto in meno di Hollande dopo un anno e 3 mesi di mandato. Da luglio, da quando ha cominciato ad inanellare i passi falsi – a cominciare dal consigliere Benalla sorpreso ad affiancare la polizia che affrontava gli studenti a Parigi – il presidente è precipitato di 10 punti nei sondaggi.

E assistendo all’addio di Hulot – “mi allontano da voi, ma non vi abbandono” – al suo pianto e alla moglie che accorre a consolarlo, in molti hanno ripensato al miracolo macroniano, al suo partito creato dal nulla, al presidente giovane e vincente che sembra già un ricordo.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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