Protesta sfollati ponte Morandi: “Rispetto, rispetto”

Un momento della protesta di un gruppo degli sfollati che chiedono soluzioni per i loro problemi dalle tribune del Consiglio regionale dopo il crollo di Ponte Morandi. Genova
Un momento della protesta di un gruppo degli sfollati che chiedono soluzioni per i loro problemi dalle tribune del Consiglio regionale dopo il crollo di Ponte Morandi, Genova 04 settembre 2018. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA. – Nel giorno in cui i consigli comunale e regionale di Genova e della Liguria in seduta straordinaria chiedono una legge speciale per Genova, ferita dal crollo di ponte Morandi, va in scena la protesta degli sfollati. Si presentano alle 10, non invitati, nella sede del Consiglio regionale, chiedono e ottengono, dopo una breve discussione, di seguire i lavori e alla fine dei primi interventi si mettono a gridare: “rispetto, rispetto”.

In cinquanta manifestano la loro rabbia e disperazione dalla tribuna: “Veniamo prima noi delle imprese, veniamo prima noi della viabilità, ci siamo prima noi, vogliamo la casa”! “Abbiate la stessa considerazione che avete avuto per Ansaldo Energia” grida una donna. Espongono cartelli: “Quelli di ponte Morandi, 50 anni di servitù, due settimane di sofferenze”. “Nessuna demolizione senza per noi una soluzione”.

La notizia rimbalza a Roma, Di Maio in un tweet dà ragione agli sfollati, Toti non si trattiene: “se Di Maio vuole aumentare i fondi li accettiamo”. Poi aggiunge: “Mentre lei esterna noi siamo qui con gli sfollati. Per aiutare Genova servono meno polemiche e più fatti concreti. Noi aspettiamo le leggi che ci consentano di aprire e accelerare cantieri, risarcire cittadini e imprese, e ricostruire il ponte!”.

Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, alla Camera annuncia aiuti per le famiglie e le imprese anche “prevedendo forme di agevolazione fiscale o incentivi alla temporanea delocalizzazione”, e annuncia che tutti gli sfollati entro tre mesi avranno una sistemazione”. Poi sottolinea che “il Governo metterà in campo forme di aiuto in ordine alle rate dei mutui che molte famiglie sono costrette a pagare su immobili che non possono più abitare”.

Nel frattempo a Genova c’è il chiarimento tra gli sfollati, il governatore e il sindaco Bucci, già intervenuti la mattina per fare entrare i residenti di via Porro a seguire la riunione. “Ci siamo autoconvocati stamani, nessuno ci ha invitato al consiglio congiunto. C’era tensione. Ora le cose sono state chiarite. Abbiamo bisogno delle istituzioni” spiega un portavoce, Franco Ravera. Il governatore ha detto loro che capisce il desiderio di riavere le proprie cose ma non vuole rischiare altre vite, “43 sono state già troppe”.

Il sindaco ha aperto uno spiraglio: “In settimana – spiegano gli sfollati – ci sarà un monitoraggio del moncone e se ci sarà il via libera il sindaco si accolla l’onere di permetterci di entrare nelle case, in certe fasce orarie, con l’accompagnamento dei vigili e con opportune strumentazioni come piani elevatori, per prendere quanto possibile”.

“Abbiamo anche chiarito che le case che ci vengono date ora sono temporanee. Noi vogliamo ricostruire la nostra casa e la nostra comunità dove possibile. Oggi non sappiamo nulla”. La legge speciale chiesta al Governo in modo unanime dai consigli regionale e comunale potrebbe aiutare.

(di Alessandro Carlevaro/ANSA)

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