Consumi: Italia ultima in Europa, ma per cibo prima al mondo

Il poster del Ministero per l'anno del cibo italiano
Italia per cibo prima mondo

MILANO.- L’Italia è in ripresa da cinque anni ma resta fanalino di coda in Europa per i consumi, mentre aumentano le disparità sociali e soffrono le vendite della grande distribuzione organizzata. E’ la fotografia scattata del Rapporto Coop 2018 la cui anteprima digitale è stata presentata a Milano.

Dopo quasi 5 anni di Pil positivo – è il duro punto di partenza dello studio – la “sempre più lenta ripresa” va a vantaggio di pochi, non risolleva la sorti della classe media e addirittura spinge ancora più in basso le condizioni delle famiglie in maggiore difficoltà.

Premesse da cui derivano dati non incoraggianti: l’Italia del 2017 si aggiudica la maglia nera in Europa con una riduzione dei consumi rispetto al 2010 di oltre il 2% (11.600 è la spesa media pro capite, finanziata soprattutto ricorrendo ai risparmi), a fronte di un solido 12,7% tedesco, di un +10,2% francese e di una sostanziale stabilità spagnola (0,1%). E anche nell’ultimo anno il dato italiano (+0,7%) è il più basso tra le grandi economie europee.

Ed è soprattutto sui consumi, sottolinea il rapporto, che si evidenziano le sperequazioni: le famiglie benestanti spendono quattro volte di più rispetto a quelle con bassa capacità di spesa, mentre tra una famiglia trentina e una calabrese il differenziale di spesa arriva fino a 17 mila euro all’anno.

“Una differenza che lascia l’amaro in bocca” commenta Albino russo, direttore dell’ufficio studi Coop. Nonostante le difficoltà ad uscire dalla crisi, gli italiani si confermano i primi per spesa alimentare in Europa e nel mondo, con il cibo e bevande che rappresentano 19% del totale dei consumi. Nel carrello si evidenzia un boom del cibi pronti (+6%) e non si ferma la crescita a doppia cifra del biologico.

Dopo un 2017 molto positivo, tuttavia, il primo semestre dell’anno presenta una crescita molto debole (+0,6% a valore, con una inflazione dell’1,1%) e con un netto spostamento a favore dei freschi e dei prodotti confezionati. Anche sul fronte alimentare, poi, crescono i consumi dei più abbienti (+2,8%), mentre risultano negativi gli acquisti food dei più poveri (-4%) e degli under 35 (-7%). Preoccupa inoltre il calo delle vendite nella grande distribuzione organizzata, -0,8% nei primi otto mesi del 2018.

“Stiamo vivendo una fase di grandi tensioni in ambito sociale ed economico. Le crescita si è quasi fermata e i consumi reali del primo semestre sono in calo. L’incertezza è il malessere riguardano una parte sempre più consistente della società italiana” è l’allarme del presidente di Coop Italia.

Da qui la “forte richiesta” al Governo, “di non aumentare l’Iva”, mentre il presidente di Ancc-Coop, Stefano Bassi, in vista della manovra, “è urgente favorire il reddito della parte più debole della popolazione, con la detassazione del lavoro e altre forme di sostegno”.