Il voto in Svezia preoccupa Bruxelles, test europee

Primo piano di Jimmie Akesson
Jimmie Akesson: nazionalista, fautore di una linea dura sui migranti e che tra l'altro non esclude un'uscita dall'Ue, una 'Swexit'

BRUXELLES. – Bruxelles segue con il fiato sospeso il voto che si terrà domenica in Svezia e che potrebbe premiare l’ultradestra dei Democratici Svedesi (Ds) a scapito dei partiti tradizionali, su tutti i socialdemocratici del premier uscente Stefan Lofven. L’ipotetica vittoria dei populisti di Jimmie Akesson – nazionalista, fautore di una linea dura sui migranti e che tra l’altro non esclude un’uscita dall’Ue, una ‘Swexit’ – rischierebbe di scompaginare gli equilibri nel Vecchio Continente, creando una sorta di faglia che da Stoccolma arriverebbe fino al Mediterraneo, passando per Praga e Budapest.

Dopo l’endorsement di Matteo Salvini che giorni fa si è augurato di poter incontrare Akesson in una “nuova e prestigiosa veste istituzionale”, anche i nazionalisti e gli euroscettici europei affilano le armi e sperano che la Svezia viri a destra. Il voto viene letto infatti come un test per le elezioni europee: l’obiettivo è tessere nuove alleanze nell’asse sovranista in vista del cruciale appuntamento di maggio, quando si decideranno i nuovi equilibri in seno all’Europarlamento e alla Commissione europea.

Come consuetudine, a palazzo Berlaymont le bocche restano cucite in attesa dell’esito del voto, mentre gli animi già si scaldano all’Eurocamera. L’umore tra gli eurodeputati dem è di grande attesa. E se i Verdi si dicono “preoccupati”, altro è il clima tra le fila della Lega, dove una vittoria di Akesson (per il momento il suo partito è al secondo posto nei sondaggi, ma nessuno esclude il clamoroso sorpasso ai danni dei socialdemocratici) viene vista come l’ennesimo “scossone contro l’Unione Europea”, che confermerebbe il “trend positivo” per quelle forze “sovraniste ed identitarie contrarie alle politiche filo migranti della sinistra e di Bruxelles”, secondo Mara Bizzotto, capogruppo del Carroccio all’Europarlamento.

Le ripercussioni nella prossima legislatura potrebbero portare ad un ricompattamento delle forze della destra per far fronte all’asse degli europeisti, capeggiato da Macron e Merkel. E non è un caso che i due leader si siano visti oggi a Marsiglia. “Quasi a consolidare l’arco ‘progressista’ dinanzi ai nazionalisti anti-migranti che crescono in Europa, incluso nel governo tedesco”, come scrive Bfm-TV.

Il voto svedese cade dunque in un contesto politico europeo in pieno fermento, anche dopo la candidatura del popolare Manfred Weber al posto di Jean-Claude Juncker alla testa della Commissione europea. Una discesa in campo che ha creato non pochi mal di pancia, in particolare nel fronte socialdemocratico, che teme una deriva del Ppe nella braccia del premier ungherese Viktor Orban.

(di Giuseppe Maria Laudani/ANSA)

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