Commercio: giù le vendite a luglio, ma vola l’on-line

Persone camminano per strada con le borse degli acquisti.
Persone camminano per strada con le borse degli acquisti.

ROMA. – Nuova frenata per le vendite al dettaglio a luglio nel commercio tradizionale mentre volano gli acquisti on line: nel mese in genere dedicato ai saldi l’Istat segnala un calo tendenziale delle vendite in valore dello 0,6% (-1,8% in volume) nel complesso ma con andamenti molto diversi per le vendite nella grande distribuzione (-0,1%), nei piccoli negozi (-1,5%) e on line (+13,6%).

La tendenza di crescita dello shopping on line è ormai in atto da molto tempo con un +15,3% segnato nel secondo trimestre 2018 sullo stesso periodo dell’anno scorso, ma potrebbe rafforzarsi con la stretta sulle liberalizzazioni e la possibile chiusura obbligatoria la domenica. I consumatori, infatti, sottolineano come questa stretta potrebbe dare un ulteriore vantaggio alle piattaforme di vendite on line, aperte appunto h24 e 7 giorni la settimana, a scapito del commercio tradizionale. Il dato è negativo anche su base congiunturale con un calo dello 0,1% rispetto a giugno (-0,2% in volume).

Su base annua le vendite al dettaglio dei beni alimentari sono in aumento in valore dello 0,2% (-2,1% in volume), crescita – afferma l’Istat – “dovuta esclusivamente all’aumento dei prezzi”. Nonostante la crescita a due cifre del commercio on line e le numerose chiusure di negozi l’Italia rimane tra i Paesi con il commercio di vicinato più diffuso e con le più basse percentuali di acquisto on line.

Secondo gli ultimi dati Eurostat riferiti al 2017 le persone che hanno comprato beni o servizi on line per uso privato negli ultimi tre mesi sono stati il 21% in Italia a fronte del 48% medio in Ue. In Francia la media di chi ha acquistato negli ultimi tre mesi via web è al 54%, in Germania al 66% mentre nel Regno Unito è al 78%. “Il 2018 è un anno da dimenticare” afferma la Confesercenti, sottolineando che le liberalizzazioni sono state inefficaci nel rilancio della domanda.

La Confcommercio afferma che i dati di luglio sono un “campanello d’allarme” per i mesi successivi data anche la decelerazione della crescita economica mentre i consumatori chiedono al Governo politiche per la redistribuzione per rilanciare i consumi e di non fare passi indietro sulla liberalizzazione delle aperture perché sarebbe solo un vantaggio per il commercio on line. Anzi,chiedono di liberalizzare anche i saldi eliminando quelli di fine stagione e lasciando libertà al negoziante di scontare la merce quando lo ritiene opportuno “così come avviene nell’e-commerce”.

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