M5s e Lega in bilico. Di Maio: “Avanti con anticorrotti”

Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Manovra
Luigi Di Maio e Matteo Salvini. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – I giorni cerchiati di rosso sono quelli centrali della prossima settimana quando una serie di riunioni, interne ai partiti e trasversali, cercherà di fare il punto sullo schema dei provvedimenti da mettere in campo. E saranno giorni complessi, con il rischio strappo costantemente dietro l’angolo, sebbene sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini non mettano in dubbio la tenuta del governo.

Ma, alla luce della bufera che ha accompagnato lo scontro tra il leader della Lega e i giudici, la volontà, in ambo le parti, è dare un’accelerazione alle proprie misure simbolo. E non a caso, nel M5S si assicura che Di Maio non è intenzionato a fare nessun passo indietro sul ddl anticorruzione.

“Sarà il primo provvedimento che affronteremo”, è il mantra che circola. Ma non sarà facile. Anche perché, nella Lega, la volontà di dare il placet al provvedimento è minima e lo scontro tra Salvini e la magistratura ha irrigidito ulteriormente la posizione del Carroccio portando, allo stesso tempo, il M5S a porre in primissimo piano una misura che servirà anche per placare i malumori del proprio elettorato.

Mentre Salvini, nell’ambito della manovra, ha ormai ottenuto il placet per la cosiddetta “pace fiscale” che, nelle intenzioni del governo, anticiperà una riforma di sistema del settore. I rapporti tra i due vicepremier, in queste ore, sono un po’ avvolti nel mistero.

Dopo la smentita informale della Lega e del M5S dell’incontro tra i due alleati venerdì notte – incontro che avrebbe preceduto la frenata di Salvini sui pm – oggi è lo stesso leader leghista a negare tutto, affermando, con un a dir poco netto “decido io”, la propria autonomia. Per questo, fonti della maggioranza si sono attivate per spegnere un nuovo potenziale incendio: l’uscita di Salvini, si spiega, è concordata e non frutto di un ulteriore aumento del nervosismo tra alleati.

Di Maio, pur rimarcando nettamente le sue priorità, invita a non far il gioco di chi vuole dividere la maggioranza gialloverde. Ma non fa ulteriori considerazioni sul rapporto con la Lega: in particolare, non ha neanche citato quei rumors circa l’ipotesi di uno strappo che porterebbe ad una alleanza tra M5S e Pd.

Ipotesi che, per molti nella maggioranza, sarebbe tutt’altro che affidata alla fantapolitica. Anche perché, una parte, ancora piccola, dell’elettorato – si ragiona in ambienti gialloverdi – ci spera. “Una spallata benedetta”, commenta su facebook, ad esempio, l’immunologo vicino ai 5 Stelle Guido Silvestri commentando l’ipotesi di uno strappo di Di Maio.

Intanto Fi continua il suo pressing su Matteo Salvini, e nelle prossime ore tornerà a farsi sentire sul nodo della presidenza Rai; mentre domani sera tornerà in tv, dopo una lunga assenza, Alessandro Di Battista, considerato del Movimento come una delle chiavi per “parare” l’ascesa elettorale leghista.

Toccherà intanto al “mediatore” Giuseppe Conte dare segnali distensivi all’Ue nel faccia a faccia con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Un incontro, si spiega a Palazzo Chigi, che è propedeutico al cruciale vertice europeo di Salisburgo di metà settembre. E, al suo interlocutore, Conte anticiperà lo schema di riforme strutturali con cui l’Italia vuole convincere Bruxelles ad allargare le maglie della flessibilità.

(di Michele Esposito/ANSA)