Berlino: “L’Italia non è un pericolo per l’Ue”

S.E. il Signor Viktor ELBLING, nuovo Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
S.E. il Signor Viktor ELBLING, nuovo Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. ANSA/Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

ROMA. – “Dalla Germania non vediamo l’Italia come un rischio per l’Europa”. Viktor Elbling è il nuovo ambasciatore tedesco a Roma ed è arrivato con una missione: stemperare il clima di diffidenze, accuse reciproche, rivendicazioni nazionaliste che, dalla crisi dei migranti in poi, passando per la Brexit e per le affermazioni dei populismi, hanno reso sempre più tempestoso il clima politico europeo.

Nato nel 1959, quattro figli, Elbling arriva dall’ambasciata in Messico e si presenta con il profilo giusto per chi deve rinvigorire le relazioni tra Berlino e Roma: padronanza impeccabile della lingua grazie alla madre italiana, il diplomatico si è insediato lunedì ma conosce già bene il Paese, dove ha vissuto diversi anni da bambino. Ha frequentato la prima elementare a Forlì e poi la scuola germanica a Milano fino ai 13 anni.

“Per noi la relazione con l’Italia è strategica – spiega intervistato dall’ANSA – ci è chiarissimo che dobbiamo investire in questa relazione da ambedue le parti”. In questo, serve superare “molte percezioni che hanno a che fare con gli stereotipi: nelle relazioni tra noi ci conosciamo meno di quello che pensiamo”.

Al bando, quindi, tutte le rappresentazioni che vorrebbero l’Italia come la nuova bestia nera dell’Europa o addirittura un possibile fattore di disgregazione per l’Ue. “Quando dalla Germania guardiamo verso l’Italia, non vediamo un Paese che è un pericolo per l’Europa”, rimarca Elbling, interpellato sugli eventuali rischi per la tenuta dell’eurozona paventati da qualcuno come possibile conseguenza di uno sforamento dei parametri di Bruxelles.

“Le regole valgono per tutti e sono lì per essere rispettate da noi tutti”, richiama il diplomatico. Ma “è chiaro – ammette – che un Paese come l’Italia ha bisogno di una crescita economica per potersi sviluppare”. Serve insomma una “solidarietà europea: dobbiamo risolvere i problemi insieme”, dice il neo ambasciatore. In quest’ottica, sostiene, “credo che far vedere alcuni membri dell’Ue come un problema non aiuti molto, dobbiamo sederci al tavolo e vedere come risolvere le questioni”.

E’ peraltro l’approccio seguito dai due Paesi con l’accordo ancora in discussione sui richiedenti asilo registrati in Italia e poi passati in Germania e che ora Roma dovrebbe riprendersi, a fronte di un parallelo impegno tedesco ad accogliere parte dei nuovi arrivi. “L’accordo è importante per tutti e due i Paesi e siamo vicini a una firma da ambedue i lati”, spiega Elbling. Di fondo, nella conversazione del diplomatico, emerge un senso di urgenza su un bisogno di riscoprire il valore della costruzione europea.

“Ci dimentichiamo troppo rapidamente – dice – di ciò che l’Europa ci sta dando e ci ha dato per 70 anni”. D’altronde, a suo parere, “chi crede che i cosiddetti Paesi grandi dell’Ue possano fare la differenza da soli non ha capito niente. Muoveremo le cose solo se saremo capaci di avere una voce unica europea”. Un’idea che “è e continua ad essere il cuore di quello che è la ragione di Stato tedesca”.

(di Salvatore Lussu/ANSA)