Migranti pestati in Sardegna e Puglia, matrice razzista

Pattuglie delle forze dell'ordine sul luogo dell'aggressione. di matrice razzista.
Migrante aggredito a Sassari

SASSARI. – Due episodi simili, stesse modalità, stessa matrice razzista. L’Italia si scopre senza antidoti rispetto alla diffusione di un virus che inizia ad assumere proporzioni preoccupanti. Due ragazzi originari della Guinea – uno di 17 anni, l’altro di 22 anni – a distanza di 24 ore e di moltissimi chilometri uno dall’altro hanno sperimentato sulla loro pelle la violenza originata dall’intolleranza.

Il primo campanello d’allarme rispetto a questo sussulto di odio dal retrogusto xenofobo arriva da Francavilla Fontana, 36mila anime in provincia di Brindisi. Quella che un tempo era la Città degli Imperiali, ora è la città in cui un gruppo di ragazzini ha prima offeso e poi picchiato un 17enne arrivato dalla Guinea. L’episodio risale a domenica sera ed è venuto a galla grazie a Facebook.

Stando alla ricostruzione fatta attraverso alcune testimonianze, il giovane avrebbe raggiunto in bici un gruppetto di coetanei italiani. Avrebbe salutato una ragazza, scatenando la follia. Prima le offese razziste, poi i calci e i pugni. Un’aggressione in branco, fermata solo dall’intervento di un adulto che avrebbe messo in fuga gli aggressori.

Ventiquattro ore dopo la violenza si è rifatta viva oltre Tirreno, a Sassari. La città dei presidenti, per aver dato i natali ad Antonio Segni e Francesco Cossiga, in meno di una settimana è balzata agli onori della cronaca per la parata d’ispirazione fascista al funerale di Gianpiero Todini, docente di Storia del diritto italiano, e ora per l’aggressione a un altro ragazzo della Guinea, un 22enne, arrivato a Sassari come rifugiato e adesso studente.

Giusto all’incrocio tra le vie intitolate a Cossiga e a un altro celebre sassarese, Enrico Berlinguer. Il giovane ha incrociato un gruppo di ragazzi, e uno di loro gli ha sferrato una gomitata. “Perché l’hai fatto?”, gli ha chiesto lui. “A casa mia faccio quello che voglio, se non ti sta bene tornatene a casa tua”, la risposta dell’aggressore, che l’ha colpito in volto con un pugno. Anche in questo caso è entrato in scena un branco che si è scagliato contro il migrante e l’ha massacrato di botte.

Le urla di alcune ragazze hanno attirato i numerosi passanti. Un uomo alla guida di un furgone ha fermato il mezzo ed è intervenuto, evitando che il pestaggio continuasse. Gli aggressori sono scappati trionfanti, sputando ancora violenze verbali a sfondo razzista. Gli investigatori sarebbero sulle loro tracce.

In entrambi i contesti, gli episodi hanno suscitato un’ondata di reazioni ad opera di attori politici, istituzionali, sociali, economici e culturali. “In questo Paese non ci deve essere spazio per fatti del genere”, è il messaggio lanciato dalla Puglia e dalla Sardegna. E secondo molti rappresentanti delle istituzioni locali, “questo clima di intolleranza è alimentato da esponenti del governo nazionale”.

(di Gian Mario Sias/ANSA)

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