Budapest, domenica gli europeisti scendono in piazza

Budapest assalto alla stazione dei migranti.
Budapest assalto alla stazione dei migranti.

BUDAPEST. – Budapest contesta la validità del voto del Parlamento Ue sull’apertura della procedura che potrebbe portare a sanzioni per il Paese, e prepara un ricorso alla giustizia europea. Intanto, l’opposizione di sinistra lancia una grande manifestazione per domenica prossima, nella capitale, per sostenere “l’Ungheria in Europa”.

La linea governativa viene precisata all’indomani della storica votazione sullo stato di diritto del Paese: secondo il vicepremier Gergely Gulyas, l’assemblea di Strasburgo in verità non avrebbe affatto approvato il rapporto Sargentini, “perché non c’era la maggioranza necessaria, cioè due terzi”. L’argomentazione dell’esecutivo di Viktor Orban è che le astensioni dovevano essere messe nel quorum.

Il governo si appresta quindi a fare ricorso alla Corte europea perché ne sancisca l’invalidità e, intanto, considera il voto come non fosse mai avvenuto. Una posizione “sfacciata”, secondo alcuni media critici del governo. Il giornale online Hvg ad esempio mette in evidenza come l’esecutivo Orban non applichi il verdetto della Corte che aveva obbligato l’Ungheria ad accogliere 1.294 profughi dall’Italia e dalla Grecia ma adesso “chiede che a fare giustizia sia la stessa Corte”.

Gli europeisti invece annunciano la manifestazione di domenica. “L’Ue ha fatto la sua parte, adesso sta ai cittadini ungheresi impegnarsi e sostenere i valori della democrazia”, attaccano il socialista Bertalan Toth e Gergely Karacsony di Dialogo per l’Ungheria. Invitati a partecipare “tutti quelli che credono nei valori europei”. È incerta però la partecipazione dei Verdi e del partito Jobbik.

Secondo alcuni analisti, il voto che ha dato il via libera all’apertura di una procedura contro l’Ungheria, cambia fondamentalmente la posizione del Paese e del suo premier nell’Ue. Orban, fin qui, è andato avanti cercando piccoli compromessi, ha fatto sforzi per non rompere mai con la Commissione e con il Ppe. Almeno fingeva di adeguarsi, anche se non manteneva poi le sue promesse.

Adesso questo è finito, dice Daniel Hegedus, del German Marshall Fund di Berlino. Dopo il discorso di Orban nel Parlamento europeo, il posto del Fidesz nel Partito popolare europeo è in pericolo: prima o poi, Orban dovrà lasciare il Ppe. O lo farà da solo, o sarà messo alla porta. Eppure il premier ungherese dice di voler appartenere alla famiglia dei popolari europei anche in futuro, ma, secondo Hegedus, sarà difficile conservare questa posizione, dopo che più della meta del gruppo ha votato contro di lui. “La gestione dell’immigrazione ci ha diviso”, ha detto amaramente lo stesso premier a Strasburgo.

(di Peter Magyar/ANSA)

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