Manager e operai ricordano Marchionne a Torino

Gli operai, in tuta rossa Ferrari, entrano in chiesa a Torino per la commemorazione della morte di Sergio Marchionne presso il Duomo, Torino
Gli operai entrano in chiesa a Torino per la commemorazione della morte di Sergio Marchionne presso il Duomo, Torino, 14 settembre 2018 ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – E’ il giorno del saluto a Sergio Marchionne, il manager scomparso il 25 luglio dopo avere guidato per 14 anni Fca. Nel Duomo di Torino oltre 2.000 persone partecipano alla Messa celebrata dall’arcivescovo Cesare Nosiglia: accanto alla compagna Manuela Battezzato e ai familiari arrivati dall’Abruzzo, ci sono manager, rappresentanti delle istituzioni e dello sport, centinaia di operai, in divisa, da Maranello e da tutti gli stabilimenti italiani di Fca e Cnh, sindacalisti ma nessun rappresentante della Cgil e della Fiom.

Per il governo è presente solo il Prefetto di Torino Renato Saccone, ci sono gli ex premier Mario Monti e Matteo Renzi. “Per me sei stato una persona con cui confrontami e di cui fidarmi, soprattutto un amico. Hai insegnato a tutti noi a pensare diversamente. Ad avere il coraggio di cambiare, e di fare. A non aver paura”, ha detto, molto commosso, John Elkann, presidente di Fca, Exor e Ferrari, in un breve ricordo al termine del quale ha abbracciato la compagna di Marchionne.

Parole sottolineate da un lungo applauso. Molti gli esponenti della famiglia Agnelli – Allegra, Andrea, Maria Sole – e dei rami Brandolini d’Adda, Teodorani Fabbri e Nasi. Nelle prime file i vertici del gruppo a partire da Elkann con la moglie Lavinia, il padre Alain e la sorella Ginevra, il nuovo ad Mike Manley, l’ad di Ferrari Louis Camilleri, Piero Ferrari e la presidente di Cnh Suzanne Heywud.

Per la Juventus, oltre al presidente Andrea Agnelli e al vicepresidente Pavel Nedved, l’allenatore Massimiliano Allegri e il capitano Giorgio Chiellini. Folta la rappresentanza del mondo economico e finanziario: l’ad di Unicredit, Jean Pierre Mustier, il presidente di Brembo, Alberto Bombassei, l’ad di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi, Elio Catania, Antonio Baravalle, Marco Tronchetti Provera, Gabriele Galateri con la moglie Evelina Christillin, Marco Testa, il segretario generale dell’Acea, Ivan Hodac. Ci sono gli ex di Fca Luca De Meo, Paolo Cantarella e Alfredo Altavilla e uomini vicini alla famiglia Agnelli-Elkann, come Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens.

Per la Regione il presidente Sergio Chiamparino, la sindaca Chiara Appendino per la Città, il comandante generale dei Carabinieri, Giovanni Nistri, il questore di Torino, Francesco Messina. Ci sono l’ex sindaco Piero Fassino, i direttori di Repubblica Mario Calabresi e della Stampa, Maurizio Molinari, Jean Todt.

“Il suo lavoro, a Torino come in America – sottolinea nell’omelia l’arcivescovo – è stato per tutti uno sprone a non perdere mai la speranza, ci ha aiutato a comprendere che dobbiamo continuamente fare i conti con la nostra storia, ma che non dobbiamo aver paura del nuovo. Dobbiamo considerare le difficoltà come opportunità su cui scommettere, non accontentandosi mai dei risultati raggiunti ma guardando in avanti verso nuovi e ambiziosi obiettivi”.

(di Amalia Angotti/ANSA)

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