Grana per Amazon, dipendenti davano dati per mazzette

Un magazzino Amazon: un impiegato tra due file di scaffali
Un magazzino Amazon © ANSA/EPA- EPA/JAVIER LIZON

ROMA. – Si facevano pagare tra gli 80 e i duemila dollari per vendere dati e informazioni degli utenti, ma anche per cancellare recensioni negative sui prodotti. Un giro di mazzette che coinvolge alcuni dipendenti di Amazon ed è concentrato soprattutto in Cina. E’ questa la nuova grana privacy che sta affrontando il colosso dell’e-commerce, che in passato ha dovuto fronteggiare scandali per le recensioni finte e i prodotti contraffatti. L’azienda ora promette sanzioni legali e penali, compreso il licenziamento.

“I dipendenti di Amazon, principalmente con l’aiuto di intermediari, hanno offerto dati interni e altre informazioni riservate che possono dare vantaggi ai venditori indipendenti presenti sulla piattaforma”, scrive il Wall Street Journal. La pratica, che viola il regolamento dell’azienda, “è particolarmente pronunciata in Cina” poiché il numero di venditori sta crescendo in maniera esponenziale, spinto anche l’altro gigante delle vendite online Alibaba; ma anche “perché i dipendenti in quel paese hanno salari bassi”, circostanza che li spinge a rischiare.

Negli ultimi anni, sottolinea il Wsj, Amazon ha aperto il marketplace ai commercianti indipendenti, allargando così la varietà di prodotti offerti sulla piattaforma e riducendo i prezzi. Secondo le stime di FactSet, più di due milioni di commercianti ora vendono circa 550 milioni di prodotti su Amazon, pari a più della metà di tutte le unità vendute sul sito e contribuendo per lo scorso anno con circa 200 miliardi di volume lordo di merci.

Secondo la testata americana, oltre alle mazzette per i dati, i dipendenti corrotti chiedevano circa 300 dollari per ogni recensione negativa eliminata, con l’obbligo per i venditori di acquistare pacchetti da un minimo di cinque cancellazioni, sborsando dunque almeno 1.500 dollari.

Il colosso di Seattle sta investigando, l’indagine interna è partita a maggio ed Eric Broussard, vice presidente del marketplace internazionale, ha rimescolato i ruoli chiave dei manager in Cina per sradicare la corruzione. L’azienda ha spiegato che ha messo a punto sistemi per gestire più severamente l’accesso ai dati da parte dei suoi clienti: “La violazione del nostro codice comporta sanzioni legali e penali, compreso il licenziamento”.

È l’ennesima grana che Amazon deve affrontare dopo quella delle finte recensioni e la circolazione sulla piattaforma dei prodotti contraffatti. Nel primo caso, l’azienda ha intrapreso azioni legali contro gli utenti; nel secondo ha messo in piedi un database per confrontare loghi e merce protetta dal copyright con i contenuti degli annunci sul marketplace.

(di Titti Santamato/ANSA)

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