Gli uomini europei si curano poco, Oms scende in campo

Europei. Un uomo con un bicchiere di alcool in mano e una sigaretta.
Europei: Troppi morti e ultimi anni malati

ROMA. – Gli uomini europei si curano poco, non vanno dal medico e sono ancora troppi quelli che muoiono giovani per malattie prevenibili. E se marcata è la differenza tra est ed ovest Europa, con ben 17 anni di differenza in aspettativa di vita a svantaggio dei paesi dell’est, in generale in Ue, ed anche in Italia, gli uomini vivono di solito gli ultimi 10 anni in cattive condizioni di salute.

E’ il quadro tracciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che per questo scende in campo annunciando una strategia europea sulla salute e il benessere maschile. I dati arrivano dal primo Rapporto mai realizzato dall’Oms sulla salute degli uomini, ‘La salute e il benessere degli uomini nella regione europea dell’Oms’, presentato in occasione della 68/a riunione del Comitato regionale Oms Europa (comprendente anche i Paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale), apertasi con la partecipazione di ministri ed esperti da 53 paesi e gli interventi del direttore generale Oms Tedros Ghebreyesus, del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del ministro della Salute Giulia Grillo.

Riferendosi al sistema sanitario italiano, Conte ha affermato la volontà di “rilanciarlo e preservarlo perché il diritto alla salute garantito a tutti resti un pilastro del nostro vivere comune”. Posizione condivisa da Grillo, la quale ha avvertito come oggi la mappa della salute nel nostro paese sia “piena di luci e ombre e le diseguaglianze ancora troppe”.

Anche in Italia restano inoltre preoccupanti i dati sulla salute al maschile: “Sono ancora troppi – ha affermato il direttore regionale OMS Europa Zsuzsanna Jakab – gli uomini europei che muoiono giovani per cause prevenibili, nonostante in Ue si viva in generale più a lungo”.

Sotto accusa i cattivi stili di vita, ma anche una minore propensione a rivolgersi ai medici ad esempio per le patologie psichiatriche, con un tasso di suicidi 5 volte superiore rispetto alle donne. Circa l’86% di tutte le morti maschili può essere attribuito a malattie non trasmissibili e agli infortuni. Dito puntato poi contro il fumo, responsabile di circa 1 milione di morti nel 2016, mentre il consumo di alcol e di droghe è il fattore numero uno di rischio nei paesi dell’Est.

Quanto all’Italia, l’Oms rileva come il 70% degli uomini non faccia attività fisica secondo le soglie consigliate e come sia ancora tra le più alte la percentuale, pari al 40%, di bambini obesi o in sovrappeso. Da qui l’obiettivo di una strategia europea che proponga “una serie di misure che possono aiutare i governi a meglio affrontare gli squilibri di genere”, dal momento che “vivere in un Paese dove esiste la parità di genere – si legge nel Rapporto – va a vantaggio della salute maschile e risulta in tassi di mortalità minori”, oltre a “garantire un modello di assistenza con servizi sanitari più accessibili a ragazzi e uomini”.

Il punto, rileva il direttore dell’Ufficio Oms per le cure primarie, Juan Tello, è che gli uomini “spesso arrivano tardi anche per difficoltà di accesso ai servizi”. In questo senso, un pratica di successo attuata in vari Paesi del Nord Europa, spiega, “è quella di prevedere la presenza di un medico di base in Pronto soccorso h24 e tutti i giorni, per i codici verdi: così si facilita agli uomini l’acceso alla visita, magari la sera quando si è finito di lavorare”. Ma importante, ha aggiunto, “è pure una riduzione dei ticket”. Direzione nella quale, ha assicurato Grillo, “il governo sta andando”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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