Comune Calabria senza scuola, sindaco: “E’ una condanna”

Primo giorno di scuola, ragazzi entrano dal portone principale.
Primo giorno di scuola

ROCCAFORTE DEL GRECO (REGGIO CALABRIA). – E’ una delle poche “isole” linguistiche dei greci di Calabria, ma Roccaforte del Greco, nel cuore della Bovesia, l’area ellenofona pre-aspromontana in provincia di Reggio, da quest’anno dovrà fare a meno della scuola primaria, una delle ultime trincee per la salvaguardia dell’antico idioma greco-calabro.

E’ amareggiato e non lo nasconde Domenico Penna, sindaco di questa comunità di 550 abitanti, che per tentare di impedire la chiusura dell’unico plesso esistente ha scritto alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’Istruzione, all’Ufficio scolastico regionale della Calabria, al presidente della Regione Calabria e al sindaco della città metropolitana di Reggio.

“Il diritto allo studio per ogni cittadino, sancito dalla Costituzione Italiana – afferma Penna – non viene più riconosciuto ai bambini di questo piccolo paese di montagna. Credevamo fosse normale ritenere fondamentale mantenere la presenza dello Stato, tramite un presidio scolastico, su un territorio particolare come quello di Roccaforte del Greco, in cui il diritto allo studio diventa inseparabile anche dall’educazione alla legalità. Evidentemente non è così”.

Non è la prima volta che la comunità di Roccaforte del Greco è costretta a confrontarsi con le insidie dettate dalla rigidità di norme e disposizioni in materia di tagli e accorpamenti scolastici. Negli anni scorsi, però, in considerazione della particolarità della situazione del comune (appartenente all’area della minoranza linguistica grecanica e inserito in un progetto pilota nella strategia nazionale per le aree interne), era stata garantita la presenza di una pluriclasse primaria, anche in deroga alle normative nazionali.

“E cosi oggi, nostro malgrado – aggiunge Penna – bambini anche in tenera età saranno costretti a percorrere circa 50 chilometri su strade con una precaria manutenzione e soggette nel periodo invernale a frane e smottamenti, per poter frequentare le lezioni. E’ normale far aumentare l’isolamento e la marginalità di questo piccolo centro, alla cui comunità è riconosciuta la peculiarità di minoranza linguistica contribuendo a spopolarlo con pregiudizio per la propria identità linguistica e culturale?”.

Tanto più che l’Amministrazione comunale è in attesa di concretizzare la propria partecipazione ai progetti Sprar per l’accoglienza di cinque nuclei familiari di migranti extracomunitari con minori a carico.

(di Clemente Angotti/ANSA)

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