L’italo-venezuelano José Luis Dolgetta, primo cannoniere in una Coppa America

Il presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, ha assicurato, nel corso di un incontro con corrispondenti e giornalisti stranieri accreditati nel Paese, che la polizia politica e gli 007 venezuelani hanno scoperto ben tre tentativi di “golpe”

CARACAS – Il calcio venezuelano ha tante storie interessanti che sono state scritte prima del cosiddetto boom vinotinto. Una di queste ha come protagonista l’attaccante italo-venezuelano José Luis Dolgetta durante la Coppa America del 1993.

Nel torneo disputato in Ecuador, mise a segno quattro reti e vinse il titolo di cannoniere della Coppa America. Il calciatore di origine italica si lasció alle spalle campioni del calibro di Gabriel Batistuta che chiuse il torneo a quota tre, Iván Zamora e Adolfo “Tren” Valencia con due. Fino ad oggi, Dolgetta é l’unico venezuelano ad aver vinto questo título.

Questo calciatore é figlio di emigranti italiani che hanno lasciato il Canal Grande e le gondole di Venezia ed hanno messo radici in quella che Amerigo Vespucci battezzó con il nome di “Veneziola”, in onore della città veneta.

L’amore per il calcio era innato in José Luis, questa passione per la palla a chiazze veniva nel suo pachetto genético. La famiglia Dolgetta non si opponeva a questo amore conosceva molto bene la magia  e la bellezza del calcio.

“La mia formazione come calciatore non é stata in una scuola calcio. Ci ha insegnato a giocare un signore spagnolo chiamato Antonio Sánchez, questo é stato nel rione dove vivevo nel Tocuyito, io allora avevo 12 anni. A i 15 anni, giocavo nella categoría Libre e all’inizio non ho giocato in attacco, anzi giocavo come terzino sinistro. La mia formazione non é stata la tradizionale, io ho imparato tante cose giocando con quelli più grandi di me”.

L’esordio di José Luis Dolgetta tra i professionisti risale alla stagione 1990-1991 con la maglia del Valencia Fútbol Club, formazione che allora militava in Segunda división. Dopo quella prima esperienza ha indossato le maglie di Universidad de Los Antes Fútbol Club (1991-1992), Deportivo Táchira (1992-1995), Caracas (1995-1996), Atlético Zulia (1996-1997), Estudiantes de Mérida (1997-1998), Carabobo (1998-1999), Deportivo Italchacao (1999), Estudiantes de Mérida (1999-2000) e Carabobo (2000-2001).

Nel 2000 ha avuto una piccola parentesi all’estero quando ha difeso la maglia degli ecuadoriani del Club Técnico Universitario.

“Tra i professionisti ho avuto tanti allenatori, come Héctor Abrita, Víctor Filomeno. El Chiche Diz, Richard Páez, Walter ‘Cata’ Roque, Víctor Pignarelli, Carlos Moreno, Gato Hernández, Manuel Plasencia, Manolo Contreras,  Norberto Pelufo, Alvaro De Jesús Gómez, Rafa Santana, Ratomir Duckovic, Eduardo Borrero. Se dimentico qualcuno chiedo scusa”

Ai tempi in cui giocava nella Primera División venezuelana il campionato era competitivo e c’erano tanti giocatori di qualità.

“Ho avuto la fortuna di giocare con giocatori nazionali del calibro di Jorge Vergara, José ‘Pepito’ Robledo, Martin Tarazona, Amleto Bonacorso, Memín Sánchez, Rodolfo Carvajal, Rafael Dudamel, Jesús ‘chuy’ Vera, Juan Carlos Babio, Carlos Contreras, Sergio ‘el pollo’ Hernández, Wilson Chacón, Andrés Paz, Carlos Garcia, Hebert Márquez, Elvis Martínez, William Méndez, Laureano Jaimes, Héctor Rivas, Ceferino Bencomo, Alexander Hezel, Gabriel Urdaneta, Gerson Díaz, Gaby Miranda, Stanlin Rivas, Cesar Baena, Jhony Barreto, Luis Hueso Ramos, Miguel Echenausi, Rubert Moran, Giberto Angelucci, Manuel Sanhouse, Diony Guerra, ‘lobo’ Caraballo”.

A quei tempi, anche i giocatori stranieri erano bravi. Dolgetta ricorda alcuni dei suoi colleghi: “Manimal Cortez, Luis Londoño, Adolfo Ferraresi, Ángel Guillermo Hoyos, Juan Carlos Díaz, Dario ‘la maquina’ Palacios, Ederlei Pereira, Martin Bringnani, Gustavo Cardarelli, Hernán Raices, Ruben Chávez, Alfredo Turdo, Guillermo Beraza, Ariel Mario Are, Rogerio Silva, Daniel Francovig”.

Durante la sua carriera il calciatore di origine veneta ha dimostrato che aveva le doti per giocare a calcio: sapeva condurre la palla, aveva un tiro mortífero, era un killer in area avversaria. Dolgetta ha dimostrato che é stato un’attaccante capace di far tremare le difese avversarie.

Le sue abilità lo hanno aiutato ad essere convocato dalla nazionale venezuelana per la Coppa America del 1993.

“Sono rimasto nella memoria di molti tifosi, ma ci sono tanti che non sanno nulle delle nazionali vinotinto che hanno preceduto l’era di Pastoriza e quella di Richard Páez ed hanno sentito parlare di me solo per questo record” dichiarò in una occasione Dolgetta.

Il calciatore italo-venezuelano viene citato quando si parla dei goleador della nazionale nella Coppa America, infatti nell’edizione del 1993 appare in vetta alla classifica con 4 gol in appena tre gare disputate.

Nella gara d’esordio la nazionale venezuelana fu strapazzata dell’Ecuador per 6-1. “In quel match le cose non sono andate cosí bene, però sono stato quello che ha fatto il primo gol della squadra. Quella situazione mi ha dato un’iniezione di fiducia”.

Nella gara sucessiva il Venezuela doveva sfidare il blasonato Uruguay. Nel match disputato nello stadio Bellavista, della città di Ambato la Vinotinto fu capace di fermare sul 2-2 la celeste: uno dei marcatori fu proprio Dolguetta portando in vantaggio i suoi dopo 10 minuti di gioco. “Il gol segnato in quella gara fu il più difficile dei quattro: senza angolo di tiro e con il portiere in uscita riuscii a piazzare la palla alle sue spalle. Quel gol lo celebrai come un pazzo”.

Pochi giorni dopo, la nazionale allenata da Dujkovic, giocò contro gli Stati Uniti. Quella fu una delle più belle rimonte del Venezuela dopo 51 minuti la nazionale a stelle strisce vinceva per 3-0 grazie alle reti di Henderson (20’), Lalas (37’) e Kinner (51’). Qui sale in cattedra José Luis Dolgetta che con una doppietta lancia (68’ e 80’) la rimonta ed infine ad un minuto dal termine arriva il desiderato 3-3 grazie ad Echenausi.

“Contro gli Usa, le due reti si sono festeggiate con molta allegria perché sono servite per riaprire l’incontro e poi finalmente siamo riusciti ad agguantare il pari. Peccato che la gara non sia durata cinque minuti in più, sicuramente l’avremmo vinta ed avremmo superato il turno, che era il nostro obiettivo ad inizio gara”.

Sicuramente, il 22 giugno del 1993, quando finì l’ultima partita contro gli Stati Uniti, Dolgetta si sentiva soddisfatto per quello che aveva ottenuto: una doppietta, ma difficilmente gli sarebbe passato per la testa che sarebbe diventato il goleador di quel torneo.

Quando Dolgetta pensa alla sua impresa confessa: “Pensa te, che nonostante sia passato tanto tempo, é una esperienza indimenticabile per me. Non si diventa bomber della Coppa America tutti i giorni”.

Nell’edizione disputata in Ecuador, il brasiliano Palhinha chiuse la fase a gironi con tre reti segnate, e nella fase successiva la sua nazionale fu battuta dall’Argentina dopo i calci di rigore e durante i tempi regolamentari non andò a segno.  L’altro calciatore che poteva spodestare Dolguetta era il peruviano Del Solar, ma fu eliminato nei quarti dal Messico. Gli altri che potevano impadronirsi della vetta erano gli ecuadoriani Avilés ed Hurtado che si erano presentati ai quarti con tre reti ognuno, ma nelle gare contro il Messico (quarto di finale) e la Colombia (finalina per il terzo posto) sono rimasti a secco.

Il 4 giugno, giorno della finalissima tra Argentina e Messico c’erano in corsa gli aztechi Garcia Aspe e Patiño entrambi con due reti, però la principale minaccia era una sola un certo Gabriel Omar Batistuta.

Il calciatore nato 48 anni a Valencia scroprì che era rimasto in vetta alla classifica dei cannonieri in diretta televisiva: “Noi eravamo nel ritiro di preparazione per le qualificazioni per il mondiale. Io ero nella stanza con il mio compagno e grande amico Carlos Garcia. Lui mi chiese dove avrei visto la finale della Coppa America ed io gli risposi nella stanza dell’albergo. Venne anche ‘el pochito’ Echenausì a farci compagnia. Quando finí la partita rimasi stupito ed i primi ad abbbracciarmi furono loro. Mai dimenticherò quel torneo”.

Dolguetta racconta che il suo successo non sarebbe arrivato senza la fiducia del mister Ratomir Dujkovic, che tra le altre cose ha allenato il Ghana nel mondiale 2006. L’italo-venezuelano raccontò in una intervista un’esperienza vissuta in una delle amichevoli di preparazione alla Coppa America. “Sfidavamo la Colombia a San Cristóbal ed all’ultimo minuto di gioco sono rimasto a tu per tu con Higuita e mi sono divorato il gol. Tutti i miei compagni volevano ammazzarmi. – confessa l’italo-venezuelano, aggiungendo – Quando siamo arrivati in albergo gli ho detto a Ratomir que volevo abbandonare il ritiro. Sorpreso, mi chiese il motivo della mia decisione ed io gli dissi che gli avrebbero tagliato la testa per colpa mia. Lui mi guardò negli occhi e mi disse che se ce la dovevano tagliare che sia stato ad entrambi perché lui non mi avrebbe lasciato fuori”.

In effetti, il tecnico serbo non si sbagliò, Dolgetta seppe ripagare bene la sua fiducia.  “Devo ringraziare al mister. Lui mi disse quella frase che mai dimenticherò e che mi ha dato quella carica in più: ‘i frutti dei tuoi sforzi li vedrai durante la coppa’ e così é stato, non si é sbagliato”.

Nel 2007, durante l’edizione che si disputò in Venezuela, Dolgetta fu invitato a dare il calcio d’inizio nella gara Venezuela-Bolivia “Sono stato invitato speciale ed ho visto tutte le gare disputate a San Cristobal ed il pareggio contro l’Uruguay a Mérida. La Coppa America sarà un torneo che rimarrà impresso sempre nella mia memoria”.

Nel 2009 la Conmebol diede un riconoscimento a tre calciatori della Vinotinto per i loro meriti, essi furono: Stalin Rivas e gli italo-venezuelani Luis Mendoza Benedetto e José Luis Dolgetta.

(di Fioravante De Simone)