Da Buenos Aires 2018 a Milano 2019, tra un anno a sede dei Giochi 2026

Inaugurazione dei Giochi invernali, atleta con la fiaccola.
Da Buenos Aires 2018 a Milano 2019, un anno per scegliere la sede delle Olimpiadi invernali del 2026

ROMA. – Da Buenos Aires 2018 a Milano 2019, un anno per scegliere la sede delle Olimpiadi invernali del 2026. La corsa all’assegnazione dei Giochi si concluderà il 10 settembre del prossimo anno quando alla 134esima sessione del Cio, in programma nel capoluogo lombardo, dopo la presentazione ufficiale all’esecutivo delle città candidate, ci sarà il voto per la scelta finale.

La fase di ‘dialogo’ per l’Italia è cominciata il 29 settembre 2017, culminata la scorsa estate con l’impegno attraverso una lettera inviata al Cio di interesse alla candidatura e confermata ad agosto con la delibera del Consiglio nazionale del Coni con cui l’Italia presentava la candidatura a tre di Milano, Torino e Cortina. Una proposta inedita, ma accolta con favore dal Comitato olimpico internazionale: ieri però è arrivato lo stop del governo alla luce dalla “mancata condivisione” tra le tre città.

Emerge allora un piano B con Milano e Cortina in tandem, e Torino fuori. Il tempo per lavorare alla nuova ipotesi a due (ma si spinge ancora per far rientrare Torino) è strettissimo: il margine è fino al 3 e 4 ottobre, date in cui l’Esecutivo Cio che esamina i documenti preparati dalla direzione candidature giochi olimpici (quella che ha incontrato  Diana Bianchedi e la delegazione di Milano e Cortina) propone alla sessione del Cio dei successivi 8 e 9 ottobre le città che da quel momento potranno fregiarsi del titolo di ‘città candidata’ ufficialmente.

Inizierà allora la fase di candidatura e realizzazione del dossier, che affronterà diversi step. Il primo previsto è quello dell’11 gennaio 2019, la data di scadenza per presentare il fascicolo della candidatura e la prima garanzia di base. Tra febbraio e marzo 2019 è in programma una visita della commissione valutazione del Cio (che sarà nominata proprio a Buenos Aires) nei siti delle città candidate. Dopo questa fase potrebbero esserci nuove modifiche al dossier in base alle proposte della stessa commissione.

Il 12 aprile è previsto l’ultimo step della candidatura con le garanzie finali da fornire, non solo economiche ma anche logistiche tra cui i visti di ingresso. Infine nel giugno 2019 si terrà un briefing tra i membri del Cio e le federazioni internazionali degli sport invernali olimpici.

Visto che la sessione del Cio che deciderà la vincitrice dei Giochi si terrà proprio a Milano, il Cio ha dovuto modificare la carta olimpica in quanto finora non era consentito allo stesso Paese di ospitare una sessione con una sua città candidata.

Già ritirate Graz (Austria), Sapporo (Giappone) e Sion (Svizzera), in corsa restano al momento Calgary, Stoccolma e Erzurum. Sedi non esenti da ombre però: la città canadese è appesa a un referendum popolare fissato il 13 novembre, ben oltre la sessione di Buenos Aires. E il progetto ha un costo elevato (6 miliardi di dollari canadesi) e prevede sedi di gara distanti fino a 600 km. Quanto alla capitale svedese rischia di vedersi depotenziata dopo il successo alle ultime elezioni della destra sovranista.

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