San Gennaro: il prodigio del sangue si ripete

San Gennaro, si è ripetuto a Napoli il miracolo del sangue: il card. Sede mostra la teca.
San Gennaro, si è ripetuto a Napoli il miracolo del sangue. (ANSA)

NAPOLI. – Una “violenza” che è “uno sfregio di vite umane”, ma Napoli “va amata”, oltre la “cronaca che appare una condanna per la città”, che “cerca di avvelenare i pozzi delle acque pulite”, toccando anche i giovani e talvolta, “come una terribile bestemmia davanti a Dio, addirittura i bambini”.

É il duro monito del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo della città, colpito da un lieve malore, sul finire delle celebrazioni per la solennità di San Gennaro. Il sangue del santo era già sciolto quando il presule ha preso l’ampolla con le reliquie, custodite nella teca (l’annuncio della liquefazione è avvenuto alle 10:05). Un segno di buon auspicio, come viene letto da fedeli e curiosi, per la città e la Campania.

“Non si vuole chiudere gli occhi davanti a questo sfregio di vite umane – ha evidenziato – quelle che cadono vittime, ma anche le altre, quelle dei carnefici che nondimeno bruciano le loro vite sul fuoco della violenza”. Sepe invita tutti a fare di più per i giovani, “che non sono una moda”, e chi utilizza “slogan e frasi fatte, rivolgendosi a loro in maniera strumentale, ha davvero poca strada davanti a sé”.

Sono i giovani a dover essere protagonisti e vanno create le condizioni per fare in modo che ci siano alternative perché in assenza di prospettive “il piano inclinato verso la deriva è già avviato”. “La fuga dei cervelli, per la quale Napoli paga un prezzo molto alto – ha affermato – è una sconfitta per tutti”. Fare “di più e meglio”, è quindi l’appello del cardinale, perché “quale presente e quale futuro ci possono essere se oltre 700mila giovani hanno lasciato Napoli e il Sud?”.

Poco prima del termine della celebrazione, il presule ha avuto un malore, causato da un forte raffreddore già in atto e dal gran caldo a causa del quale non è stato lui a portare l’ampolla all’esterno del Duomo come da tradizione. L’arcivescovo ha atteso in ogni caso il termine della celebrazione, impartendo poi la benedizione ai fedeli. Sepe si è ripreso in fretta e domani partirà regolarmente per Lourdes, alla guida del pellegrinaggio diocesano. L

‘appuntamento ha registrato anche il ‘gelo’ tra il sindaco, Luigi de Magistris, e il governatore, Vincenzo De Luca, che si sono ignorati anche nel momento in cui Sepe ha invitato i fedeli a scambiarsi un segno di pace. Commentando il monito e l’appello di Sepe, de Magistris ha fatto sapere di condividere il messaggio “amare la città” perché “il senso di comunità coinvolge tutti. Napoli ha bisogno di amore, è una città che ha intrapreso la via della rinascita, che va ossigenata”.

Per il governatore, il momento di “spiritualità” è l’occasione per ribadire “il nostro impegno su due grandi temi che abbiamo davanti a noi: lavoro ai giovani e la sicurezza per le nostre famiglie”. Poco prima della proclamazione della liquefazione del sangue, un uomo è stato allontanato dall’altare dopo aver cercato di avvicinare, urlando, il sindaco de Magistris.

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