Legittima difesa, Bonafede a Salvini: “Non sei competente”

Primo piano del ministro di Grazie e Giustizia, Alfonso Bonafede.
Il ministro di Grazie e Giustizia, Alfonso Bonafede. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Sul terreno della legittima difesa si consuma l’ennesimo contrasto tra partner di governo, con il Guardasigilli cinquestelle Alfonso Bonafede che mette in guardia il vicepremier e ministro dell’Interno leghista Matteo Salvini dal non sconfinare perché, spiega il ministro della Giustizia che ha anche cestinato le critiche espresse dall’Anm, è vero che c’è una volontà comune di fare una nuova legge ma il Viminale deve ricordarsi che “non ha competenze” in materia e deve rimanere nel suo campo, quello della sicurezza.

Il Carroccio però non molla la presa su questa riforma che da sempre è un suo cavallo di battaglia. Ci pensa Giulia Bongiorno, ministra della Pubblica amministrazione eletta al Senato con la Lega, a rilanciare il leitmotiv salviniano della piena legittimità a usare le armi per chi è in casa e sente anche solo dei rumori. “C’è la volontà di migliorare la legge”, ha detto Bonafede aggiungendo che “al Senato sono depositati otto disegni di legge e M5s e Lega stanno lavorando per un testo equilibrato”.

Poi l’affondo: “il ministro dell’Interno – ha rimarcato il Guardasigilli – si occupa della sicurezza dei cittadini e di prevenire il fatto che un losco individuo entri nella casa di una persona onesta. Al ministero della Giustizia spetta invece, quando lo Stato ha fallito e una persona è entrata nella casa di qualcuno, fare tutto per garantire al cittadino di non doversi difendere per tre gradi di giudizio dall’accusa di essersi difeso”.

All’Associazione nazionale magistrati che ieri è tornata a bocciare l’esigenza stessa della riforma sostenendo che i paletti in vigore sono necessari, e che “si rischia di legittimare l’omicidio”, Bonafede ha replicato che le toghe hanno “tutto il diritto di esprimere perplessità, ci mancherebbe ma la frase è generica e non dice nulla del testo”.

Molto chiare, invece, le parole della ministra Bongiorno che alla domanda se sia giusto sparare contro chi si intrufola in casa ha risposto “sì”. “Chi sta dentro casa, se sente dei rumori e qualcuno che si muove dentro casa, – ha detto Bongiorno – non può fare indagini, può difendersi. Nell’incertezza si può difendere. Quello che dico è che chiunque entri in casa altrui per rubare o per uccidere ne accetta le conseguenze”.

Per Andrea Maestri di Possibile questa posizione dimostra che “quello che vuole fare il governo è solo un pasticcio per armare le persone. E rendere felice la lobby delle armi”. Interviene anche Forza Italia che ha depositato un suo ddl ed è contraria a “tirare per le lunghe” con “i distinguo” di Bonafede “un intervento doveroso e urgente”.

“I cittadini hanno diritto di difendere se stessi e propri cari senza dover affrontare un calvario giudiziario” e vanno difesi “sia dal processo che dal risarcimento del danno”, affermano i forzisti Luca Squeri e Fiammetta Modena. Contrario ad introdurre il concetto di “reazione legittima” che porterebbe “al Far West”, è il Pd che con Cosimo Ferri suggerisce, invece, “di rivedere la norma sull’eccesso colposo e ampliare i limiti delle scriminanti che consente di tutelare l’aggredito nelle ipotesi in cui reagisca commettendo un errore incolpevole”.