Uccide la madre e si getta da un ponte nel Reggiano

Un'auto pattuglia dei Carabinieri. Testa
Un'auto pattuglia dei Carabinieri (ANSA)

MODENA. – Paolo Fontana non ce la faceva più. I vicini di casa descrivono così lo stato di angoscia e prostrazione vissuto nell’ultimo periodo dall’uomo di 53 anni morto sotto ad un cavalcavia a Ponte Secchia di Baiso, nel Reggiano. Prima di uccidersi, gettandosi dal viadotto, aveva assassinato l’anziana madre, Elide Valentini, 85 anni, soffocandola, forse nel sonno, nella sua casa di Sassuolo, nel Modenese, dove i due risiedevano insieme.

Il quadro è ormai quasi completamente delineato. Gli investigatori coordinati dalla Procura modenese lavorano su un omicidio-suicidio, ennesima tragedia familiare della disperazione. Fontana, descritto come persona taciturna, ma gentile, dipendente di una ditta di ceramica della zona, non avrebbe retto al dolore della morte del padre, pochi mesi fa, unito alla gestione di una complessa situazione soprattutto con il fratello, ricoverato in una struttura. A questo si aggiungeva l’assistenza dell’anziana con cui viveva in via Vivaldi, nella cittadina della provincia modenese.

L’uomo è stato trovato verso le 7.30, quando un automobilista di passaggio ha notato l’auto parcheggiata nei pressi del ponte, con il motore lasciato acceso. Ha dato l’allarme e sono intervenuti i carabinieri di Castelnuovo Monti: il cadavere era sul fondo, dopo un volo di dieci metri. Tracce di sangue nell’auto hanno insospettito i militari che hanno cercato di contattare la madre, senza esito. Intanto anche una badante che accudiva la pensionata si era rivolta alle forze dell’ordine, visto che non aveva risposte da lei.

Nell’appartamento di Sassuolo sono così intervenuti i vigili del fuoco e hanno sfondato la porta. In casa, il corpo della donna, con segni di soffocamento. Non è chiaro se con un cuscino mentre dormiva o al culmine di una discussione. Poi Fontana avrebbe tentato di uccidersi in casa, a quanto pare impiccandosi, ma non è riuscito nell’intento e così è uscito in macchina, per farla finita.

“La Procura di Modena registra l’ennesimo omicidio, reato espressione massima di violenza e disprezzo della vita umana. Si tratta peraltro di delitti consumati non in contesto non di criminalità organizzata e, pertanto, difficilmente possono essere oggetto di prevenzione da parte delle forze dell’ordine”, ha detto commentando il fatto il procuratore capo di Modena, Lucia Musti.

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