Berlusconi ricuce con la Lega, ma in Fi scatta allarme populisti

Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi
Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi a margine del vertice ad Arcore, prima delle elezioni del 4 marzo. ANSA/UFFICIO STAMPA SILVIO BERLUSCONI

FIUGGI.- La ricucitura all’interno del centrodestra sembra già essere attraversata da forti scossoni antipopulisti. Malgrado l’intesa raggiunta tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sulle candidature comuni alle prossime regionali, una parte di Forza Italia rilancia con la voglia di recuperare il terreno perduto al centro del panorama politico già alle prossime europee. Senza concedere troppo spazio alla “trazione” leghista.

L’ala più ‘europeista’ guidata dal Presidente del Parlamento Antonio Tajani dalla sua convention di Fiuggi si scaglia con violenza contro Steve Bannon, l’ex consulente di Donald Trump, figura simbolo del sovranismo anti-Bruxelles. Si tratta di quel Bannon, ospite della festa Atreju di Fratelli d’Italia, che è riuscito a convincere la Lega di Matteo Salvini ad aderire alla sua organizzazione “Movement”. Una strada che potrebbe percorrere anche Fdi di Giorgia Meloni che non chiude a questa ipotesi.

L’annunciata presenza di Steve Bannon ad Atreju “racconta questa voglia di Fratelli d’Italia di costruire una rete con i movimenti e le realtà in tutta Europa che stanno lavorando proprio per difendere l’identità, i diritti e la sovranità”, sottolinea la leader del partito.

Una visione che è lontana dal concetto di Unione Europa caro ad Antonio Tajani:”Io-attacca il presidente dell’europarlamento – sono un ‘sovranista europeo’. Quando arriva un signore a dirci cosa dobbiamo fare per distruggere l’Europa, allora dico:’Caro signor Bannon tornatene a casa, se vuoi fare il turista, fai il turista, meglio che stai zitto”.

Insomma una presa di distanza totale rispetto ai duo sovranista Meloni-Salvini. A fare da eco a Tajani è Antonio Lopez Isturiz, segretario generale del Ppe che bolla Bannon come “un estremista pericoloso, di cui perfino Trump s’è dovuto sbarazzare per quanto fosse impresentabile”. Isturiz è chiaro anche nel bocciare l’avvicinamento del leader della Lega a Bannon, definendolo “un gravissimo errore”.

Un quadro complicato che la dice lunga sulla complessità del progetto di un centrodestra guidato dal segretario della Lega. Persino Giovanni Toti, governatore ligure, attento tessitore dei rapporti tra Fi e Carroccio, esorta Salvini a “rappresentare i moderati, le istanze delle imprese, dei professionisti, se vuole ambire alla leadership della coalizione”.

Al contempo, Forza Italia scalpita nella ricerca di una rimonta elettorale. E proprio il vice presidente del partito lancia la carica, annunciando che domenica chiederà a Silvio Berlusconi di candidarsi alle prossime europee, consapevole che “L’Italia ha ancora bisogno di un partito come Forza Italia che dà voce alla maggioranza silenziosa”.

Per il partito azzurro, assicura con una punta d’orgoglio Tajani, che riceve l’endorsement da parte del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, c’è “ancora un grande spazio politico”, a patto che si esca “dall’autoreferenzialità di questi anni”, dall’idea di una politica che sia “solo andare in tv”, mentre invece il consenso si ottiene “stando in mezzo alla gente”.

“Sono 25 anni di storia – conclude tra gli applausi – che nessuno può cancellare: altro che sovranisti! Chi ha impedito ai comunisti di andare al governo è stato Berlusconi, non altri. Non abbiamo paura, è il momento di alzare la testa, perché la ruota gira”.

(dell’inviato Marcello Campo/ANSA)

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