Italia quarta al mondo per efficienza spesa nella Sanità

Medico con un modellino in plastico di corpo umano. Sanità
Positivo calo morti malattie non infettive. (ANSA)

ROMA. – Due promozioni in un giorno per la sanità italiana, che in Italia è spesso vituperata ma risulta puntualmente in alto nei paragoni con gli altri paesi. Il rapporto Health Care Efficiency di Bloomberg piazza l’efficienza della nostra spesa sanitaria al quarto posto al mondo, e uno studio pubblicato su Lancet ci mette tra i migliori nella riduzione delle morti per malattie non infettive.

Nella valutazione di Bloomberg, che giudica l’efficienza legando la spesa sanitaria all’aspettativa di vita sulla base dei dati di Oms, Fmi e altre agenzie, il nostro paese è salito di due posti rispetto allo scorso anno ed è dietro solo a Hong Kong, Singapore e Spagna.

L’Italia ha totalizzato un punteggio di 67,6, appena sotto la Spagna ma a grande distanza dalle due prime della classe, che hanno una minore spesa sanitaria rispetto al Pil con una aspettativa di vita paragonabile alla nostra. Fra i paesi che a differenza dell’Italia hanno peggiorato l’aspettativa ci sono la Gran Bretagna, uscita dalle prime 10, e soprattutto gli Usa, al posto numero 54, che pur avendo la seconda spesa procapite per la sanità hanno un’aspettativa di vita di 76 anni, sei meno dei paesi più avanzati.

La bontà del Servizio Sanitario Nazionale è confermata anche da uno studio pubblicato su Lancet che ha valutato a che punto sono i diversi paesi nel perseguire l’obiettivo dell’Onu sulla riduzione delle malattie trasmissibili, che prevedeva una riduzione di un terzo delle morti entro il 2030. Secondo l’analisi dell’Imperial College di Londra e dell’Oms solo 30 paesi per le donne e 35 per gli uomini sono risultati ‘in regola’ con il calo richiesto.

Fra questi c’è l’Italia, che nella mappa elaborata a partire dai dati del 2016 è inserita nel gruppo dei migliori insieme a Francia, Corea del Sud e Australia con un rischio del 7,2% per le donne e del 12% per gli uomini. Le malattie non trasmissibili, ricordano gli autori, uccidono ogni anno circa 41 milioni di persone nel mondo, e 17 milioni di queste sono classificate come premature, cioè che avvengono prima dei 70 anni.

Nel 2015 l’Onu ha pubblicato l’obiettivo per ogni paese di ridurre di un terzo le morti delle quattro principali Ncd, cancro, malattie cardiovascolari, diabete e problemi respiratori cronici, entro il 2030. Nello studio è stato calcolato il rischio di morte entro 70 anni per queste patologie per 180 paesi, e solo 30 per le donne e 35 per gli uomini sono risultati ‘in regola’ con il calo richiesto. Fra questi l’Italia, che nella mappa elaborata a partire dai dati del 2016 è inserita nel gruppo dei migliori con un rischio del 7,2% per le donne e del 12% per gli uomini.

Le performance peggiori segnalate tra i paesi avanzati, come nel caso del rapporto di Bloomberg, si hanno invece per Usa e Gran Bretagna. “Il trattamento dell’ipertensione e un maggiore controllo sull’uso di tabacco e alcol possono prevenire milioni di morti – afferma Majid Ezzati,l’autore principale dell’elaborazione-. Ma serve anche un servizio sanitario di qualità per la diagnosi e il trattamento delle malattie croniche il più precocemente possibile”.

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