Colombia, Cile e Messico considerano infamanti le accuse del governo

Ministro Jorge Rodríguez
Cile, Colombia e Messico smentiscono ogni partecipazione nel presunto attentato del 4 agosto, nella centrica Av. Bolìvar

CARACAS – Accuse considerate infamanti e rispedite immediatamente al mittente. Il ministro della Comunicazione, Jorge Rodríguez, nel dare notizia dell’arresto di altre tre persone implicate nel presunto attentato al presidente della Repubblica, Nicolas Maduro, informava che uno di questa, Henryberth Rivas detto “Morfeo”, avrebbe implicato con le sue confessioni i governi del Cile, della Colombia e del Messico.

Immediata la reazione dei governi del Cile, della Colombia e del Messico. Il primo ha definito le dichiarazioni del ministro “accuse gravissime”. In un comunicato, il ministero degli Esteri ha reso noto che “considera assai gravi le minacce espresse dal governo venezuelano contro la sicurezza” della rappresentanza diplomatica a Caracas.

“Invitiamo il governo del Venezuela – si legge nel comunicato – ad agire con responsabilità e serietà e a smentire le insinuazioni contro il nostro Paese”.

Il ministero degli Esteri cileno, quindi, ha sottolineato che il Cile è un paese che rispetta i diritti umani. E sostenuto che il governo del presidente Maduro non ha l’autorità morale per muovere tali accuse.

Anche la Colombia ha alzato la propria voce per smentire le accuse mosse dal Venezuela. In un comunicato, il ministero degli Esteri ha manifestato preoccupazione per le possibili conseguenze che tali dichiarazioni diffamatorie potrebbero avere sul personale consolare e diplomatico.

Il Messico, poi, ha protestato con veemenza e rispedito al mittente le accuse mosse dal governo del presidente Maduro. Il ministero degli Esteri, infatti, ha informato che considera diffamatoria ogni insinuazioni e ha assicurato che continuerà a offrire il proprio contributo alla soluzione della crisi che vive oggi il Venezuela.

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